Mieloma multiplo: in Italia colpiti ogni anno più di 5.700 pazienti

Pubblicato il:
2.6.2023



“In Italia è necessario arrivare quanto prima ad un Registro Nazionalesul Mieloma Multiplo, uno dei più insidiosi tumori del sangue. Avere adisposizione numeri sempre aggiornati sui pazienti sarebbe di grande aiuto pernoi clinici per valutare sia l’impatto della malattia sia quello delle cure,che in questo modo potranno divenire sempre più personalizzate”. È quantosostiene il dott. ClaudioCerchione, Dirigente Medico Ricercatore dell’equipe diEmatologia e Trapianti CSE dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori“Dino Amadori” – IRST IRCCS. L’istanza arriva dal meeting annuale dell’AmericanSociety of Clinical Oncology (ASCO) che si svolge in questi giorni a Chicago. Èl’unico esperto italiano ad intervenire come relatore nella SessioneEducazionale (dal titolo Managementof Multiple Myeloma in Special Patient Populations: No Patient Left Behind)dedicata alla neoplasia ematologica.

“In Italia si calcola che il mieloma multiplo colpisca più di 5.700uomini e donne ogni anno – afferma il dott. Cerchione -. In questi anni stiamoassistendo ad una rivoluzione terapeutica nella gestione della malattia grazieall’introduzione di farmaci mirati e con un’azione maggiormente selettiva.Stanno migliorando sensibilmente le aspettative e la qualità di vita dei pazienti.Ciò grazie soprattutto ai trattamenti immunoterapici. Come per i tumori solidi,anche in ematologia questa tipologia di cura ci consente di agire sul nostrosistema immunitario che viene riattivato e messo nelle condizioni dicontrastare, in modo adeguato, le cellule tumorali. A breve poi, arriverannoanche nel nostro Paese le cosiddette CAR-T e diventeranno, senza dubbio,un’opzione terapeutica importante. Le nuove terapie stanno sempre più prendendoil posto dei vecchi chemioterapici e possiamo ora meglio gestire tutti isetting di pazienti. In altre parole, la lotta alla malattia sta diventando piùpersonalizzata ma anche più ‘democratica’. Possiamo, infatti, curare anchecategorie di pazienti fino a poco tempo fa prive di effettive opportunità, comegli anziani over 70 che rappresentano in Italia il 38% di tutte le nuovediagnosi di mieloma multiplo. Lo stesso vale per chi soffre di insufficienzarenale che è una delle conseguenze più frequenti della patologia. Tende acomplicare il quadro clinico di uomini e donne non più giovani e perciò spessocolpiti da altre malattie. Questa comorbilità ci costringeva a ridurre idosaggi dei farmaci che di conseguenza diventano anche meno efficaci”. “Pertutti questi motivi abbiamo bisogno di registri di patologia da cui attingereinformazioni – conclude il dott. Cerchione-. Solo così potremo disporre di dati “real world” che tengano conto di tutti imalati, anche quelli che appartengono a quei sottogruppi di solito noncoinvolti nei trials clinici. Per esempio, c’è da considerare l’obesità cherappresenta un fattore di rischio non trascurabile della neoplasia. Al tempostesso, il paziente in grave eccesso di peso risulta decisamente piùrefrattario ai trattamenti. Se vogliamo quindi proseguire nel migliorare l’assistenzaa tutti i setting di pazienti dobbiamo impegnarci per avere un Registro, meglioancora se dinamico, ossia che comprenda anche i dati molecolari”.

Insieme al dott. Cerchione, ad ASCO parteciperà una nutrita delegazionedi professionisti IRST “Dino Amadori” IRCCS, impegnata in incontri,approfondimenti e sessioni, composta dal Direttore scientifico, prof. GiovanniMartinelli e dai dott. Ugo De Giorgi, Angelo Delmonte, Gerardo Musuraca,Michela Palleschi.

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