Roma, 26 aprile 2022 – Più di 60mila firme in soli tre mesi: la prima campagna per ottenereuna legge per il Diritto all’oblio oncologico ha raggiunto risultatistraordinari. Le adesioni raccolte sul sito dirittoallobliotumori.org sonodecine di migliaia. L’obiettivo è raggiungere 100mila firme, che sarannoconsegnate ai Presidenti Draghi e Mattarella entro l’estate. Lo scopo èottenere una legge di pochi articoli da tutto il Parlamento e approvata inquesta legislatura. Oggi, in Italia, quasi un milione di persone sono guariteda un tumore, ma rischiano di subire discriminazioni nell’accesso a servizicome la stipula di assicurazioni e di mutui, l’adozione di un figlio el’assunzione sul lavoro. La norma, richiesta da Fondazione AIOM attraversol’iniziativa “Io non sono il mio tumore”, permetterebbe all’Italia di seguirel’esempio virtuoso di altri Paesi europei (Francia, Lussemburgo, Belgio, Olandae Portogallo), che già tutelano i propri cittadini ex pazienti oncologici conuna legge ad hoc. Il progetto, partito a gennaio con l’avvio della raccoltafirme, la distribuzione online della prima guida sul Diritto all’obliooncologico e una forte campagna social, ora si arricchirà di ulterioriattività, come la distribuzione della guida cartacea, la raccolta firme negliospedali e due ‘passeggiate di salute’ per sensibilizzare, che si svolgeranno aPescara e Roma durante l’estate.
“In soli tre mesi abbiamo raggiunto più della metà delle adesioninecessarie a portare il tema all’attenzione dei legislatori. È una dellemaggiori call to action mai realizzate nella lotta al cancro. La grandepartecipazione dei cittadini ci ha permesso finalmente di smuovere il Paese edi dimostrare ancora una volta quanto questa campagna sia fondamentale –afferma GiordanoBeretta, presidente di Fondazione AIOM –. Abbiamo ascoltato eraccolto le storie di moltissimi ex pazienti, anche personaggi famosi, che sisono trovati a vivere situazioni surreali e ingiuste. Sono 3,6 milioni lepersone che, in Italia, vivono con una diagnosi di cancro. Il 27% di loro,circa un milione, è guarito. Sono numeri importanti, che non possiamo piùignorare. Ora chiediamo a tutti uno sforzo per continuare a diffonderel’iniziativa fino a raggiungere le 100mila firme.”
“Grazie all’innovazione dei percorsi terapeutici, oggi, molti tumoripossono essere curati o cronicizzati – dichiara Saverio Cinieri, presidente AIOM –.Questo spiega l’aumento delle persone che vivono anche a molti anni di distanzada una diagnosi. Ogni neoplasia richiede un tempo diverso perché chi ne soffresia definito ‘guarito’: per il cancro del testicolo e della tiroide sononecessari meno di 5 anni dalla conclusione delle cure, per il melanoma e iltumore del colon meno di 10. Bisogna attendere 15 anni per molti linfomi,mielomi e leucemie e per il rene e la vescica. Supportare questa campagnasignifica offrire l’opportunità agli ex pazienti di vivere una vita libera dalricordo della malattia. L’obiettivo di 100mila adesioni, che a gennaio sembravairraggiungibile, oggi è davvero vicino ed è tutto frutto del lavoro delleassociazioni pazienti, degli oncologi di AIOM e dei cittadini.”
“I risultati ottenuti in questi tre mesi mettono in luce la necessità diuna norma che tuteli le persone che sono state malate – sottolinea Antonella Campana,vicepresidente di Fondazione AIOM e membro del coordinamento volontari diIncontraDonna –. L’Italia deve seguire le orme di Francia, Lussemburgo, Belgio,Olanda e Portogallo. Abbiamo studiato le loro leggi e chiediamo alleIstituzioni di non perdere altro tempo: ora tocca a loro impegnarsi in questabattaglia di civiltà. Riceviamo ogni giorno sollecitazioni da parte di malati efamiliari che già hanno dovuto superare una malattia e ora si trovano a vivereuna discriminazione scientificamente ingiustificata.”
“Discriminare qualcuno per la sua malattia trasforma il tumore in unacolpa – aggiunge MonicaForchetta, membro del CDA di Fondazione AIOM e presidenteAPAIM, Associazione Pazienti Italia Melanoma –. Dall’avvio della campagnaabbiamo ricevuto numerosissime testimonianze di persone che, nonostante fosseroguarite, si sono trovate in difficoltà nel richiedere diversi servizi. Ancheagli adolescenti è capitato di vivere episodi discriminatori, per esempio inambito sportivo. È necessario intervenire al più presto. Siamo felici di potercontare sul sostegno di moltissime associazioni pazienti. Prima era solo unsogno, oggi invece siamo quasi all’obiettivo.”
“L’approvazione della legge permetterà a moltissime persone di riprendere inmano la propria vita – conclude OrnellaCampanella, membro del CDA di Fondazione AIOM e presidentedell’associazione aBRCAdabra –. Tra le storie che ci sono arrivate attraversoil sito c’è quella di Francesco, 33 anni, che non ha potuto adottare un figlioa causa di un tumore alla tiroide curato ben tredici anni prima. Laura, che dianni ne ha 45, non ha ottenuto un mutuo per avviare la sua attività nonostantesia guarita da un tumore al seno da più di quindici anni. È importante che leIstituzioni ci ascoltino e ci affianchino in questa sfida di cultura e civiltà.In questi mesi hanno dimostrato una grande sensibilità al tema, siamo certi cheinsieme riusciremo a raggiungere l’obiettivo e a modificare il pesoschiacciante di chi si sente paziente oncologico discriminato per tutta lavita.”