Malattia renale cronica: oltre il 20% di pazienti sviluppa anemia. Con la scheda nefrologica e’ possibile individuare i casi “sommersi”

Pubblicato il:
9.3.2023

9 marzo 2023 – La Scheda Nefrologica è uno strumento semprepiù utile per favorire la diagnosi precoce della malattia renale cronica. E’una patologia che interessa oltre 4 milioni e 200 mila italiani e di questioltre il 20% sviluppa anche l’anemia come complicanza. Partendo proprio daquesti problemi “sentinelle”, legati alla patologia, i medici di medicinagenerale ora possono identificare il “sommerso” dei pazienti. Da una indaginecondotta nell'ambito del progetto Kidney Anemia Network, che ha valutato lafunzionalità della Scheda Nefrologica coinvolgendo un gruppo di 24 medici dimedicina generale che gestiscono oltre 35.000 assistiti in Italia, si evincecome la Scheda sia uno strumento estremamente utile (91% dei rispondenti), e il40% afferma di averla utilizzata più di una volta a settimana. E’ quanto emergeoggi, in occasione del World Kidney Day, dal convegno nazionale Gestionedella Cronicità in Italia: Focus su Anemia da Malattia Renale Cronica.L’evento si svolge a Roma e rientra nel Progetto KAN (Kidney Anemia Network) realizzatoda ISHEO con il contributo non condizionante di Astellas Pharma S.p.A. e con ilpatrocinio di FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna edell’Associazione di Pazienti ANED. Attraverso una consensus multistakeholder eun percorso lungo quasi due anni, il comitato scientifico del progetto KAN, hadiffuso già due versioni della Scheda Nefrologica. E’ stato coinvolto un grupposelezionato di medici di famiglia, per valutare così l’efficacia el’opportunità d’impiego del nuovo strumento. “Con una appropriata diffusione,la Scheda Nefrologica può ridurre il rischio di invio tardivo del paziente conmalattia renale cronica allo specialista - afferma Davide Integlia,Direttore di ISHEO -. Una gestione più efficace della cronicità in Italia passaanche dalla costruzione, valutazione e implementazione di strumenti moltopratici come questo. Come afferma all’unanimità il gruppo di medici di medicinagenerale coinvolti nella prima fase di valutazione di questo strumento, la SchedaNefrologica dovrebbe essere integrata nei software gestionali in dotazione aimedici di medicina generale presenti su tutto il territorio nazionale. Siamosoddisfatti dei risultati ottenuti in questa prima fase e ci auguriamo di potercontribuire ad ampliare la conoscenza della Scheda Nefrologica”. “Il ruolodella medicina generale nell’identificazione puntuale dei pazienti con malattiarenale cronica e relative complicanze è fondamentale ma è necessario dotare lamedicina di base di strumenti adeguati allo snellimento dei flussi di lavoro -afferma Marina Moscatelli, Medico di Famiglia Specializzazione inMedicina Interna Nefrologia e membro della Federazione Italiana Medici diMedicina Generale (FIMMG) -. La Scheda Nefrologica, per la sua capacità disintesi e accuratezza può aiutare a colmare il gap di conoscenza tra imedici rispetto ai rischi di malattia renale latente. La Scheda, seadeguatamente diffusa, riduce il rischio di inerzia dei medici di fronteall’urgenza di scovare il sommerso dei malati”.

“E’ stato possibile giungere a tali risultati tramite lacollaborazione di un Comitato Scientifico multidisciplinare - sottolinea DarioManfellotto, Presidente della Fondazione FADOI -. Ad oggi i pazienti hannopossibilità reali di gestire la propria condizione patologica e avere un nettomiglioramento della qualità di vita. Per far sì che ciò accada, è necessariauna cooperazione multidisciplinare che porti a risultati concreti. Mettereinsieme le competenze per definire strategie efficaci è il primo passo versouna innovazione del percorso del paziente nefrologico, e verso una veramedicina di iniziativa”. “Con la Scheda Nefrologica abbiamo a disposizione unostrumento semplice per identificare i pazienti con malattia renale cronica peravviarli ad una corretta co-gestione tra medici di medicina generale especialisti - sostiene Luca De Nicola, Professore ordinario diNefrologia, Università Della Campania L. Vanvitelli e membro della SocietàItaliana di Nefrologia (SIN) -. Bisogna perciò avvantaggiarsene per favorire unaccurato e puntuale riferimento al nefrologo per la diagnosi della causa dimalattia e impostare la terapia nefrologica volta a evitare la dialisi edeventi cardiovascolari precoci. Il paradigma di cura di questi pazienti stacambiando grazie ai nuovi farmaci disponibili. Ora più che mai è quindiimportante utilizzare indicatori di malattia renale, quali l’anemia el'albuminuria, che distinguono i pazienti ad alto rischio di peggioramentodella funzione renale da quelli che per la sola età avanzata hanno una malattiarenale lieve e non progressiva e che non necessitano di immediato riferimentoal nefrologo”. “Innovare il percorso di cura significa garantire una tutelasempre maggiore ai pazienti, che passa necessariamente dall’informazione -sottolinea Giuseppe Vanacore, Presidente Associazione NazionaleEmodializzati Dialisi e Trapianto (ANED) ONLUS -. Conoscere per riconoscere,questo è l’obiettivo. La malattia renale cronica è asintomatica e spesso vienediagnosticata molto tardi e l’anemia può essere un primo indicatore. Affrontarela dialisi ha un elevato impatto emotivo, sociale ed economico, e compromettela qualità di vita dei pazienti e dei loro cari. L’impegno indipendente di ANEDnel condividere iniziative come il progetto KAN è quello di promuovere laconoscenza a tutti i livelli, affinché possa essere favorita la migliore presain carico ai pazienti”.

"Medicina del territorio e medicina specialisticadevono dialogare sempre di più - afferma la senatrice Tilde Minasi, Commissione affari sociali,sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale -. Il servizio sanitarioitaliano, durante la pandemia da covid 19, ha dato prova di poter affrontarecrisi senza precedenti in uno scenario del tutto inedito per i nostri tempi.Ora, dopo tutto questo, possiamo sicuramente costruire nuove modalità dicollaborazione per realizzare una vera integrazione ospedale-territorio. Comein questo caso, è importante poter promuove progetti per scovare il sommersodei pazienti con malattia renale cronica, e riferirli tempestivamente ai medicispecialisti. Tutto ciò può avere un impatto positivo elevatissimo: minoridialisi, riduzione dei costi a carico del SSN, ma soprattutto una migliorequalità di vita per il paziente". “Per rafforzare la medicina delterritorio - aggiunge la senatrice Ylenia Zambito, Commissione affarisociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale -, il serviziosanitario nazionale va potenziato. È il più grande insegnamento che ci halasciato la crisi pandemica generata dal Covid. Ecco perché la scelta diridurre le risorse destinate ai servizi sanitari risulta essere una sceltacontro i cittadini. E coinvolge qualsiasi tipo di patologia, compresa lagestione della cronicità in Italia: un serio investimento in strumenti chepermettono un aumento della capacità di diagnosi tempestiva e una correttapresa in carico del paziente, permettono a loro volta di migliorare la qualitàdi cura del nostro sistema sanitario.”

“Nell’incontro di oggi - conclude il dott. GiuseppeMaduri, Amministratore Delegato Astellas Pharma S.p.A - è emersa con forzala necessità degli operatori sanitari di poter di usufruire di strumenti epercorsi gestionali integrati e multidisciplinari che migliorino non solo larelazione medico-paziente, ma anche la qualità della vita dei pazienti e di chista loro accanto. E proprio in questo ambito sentiamo la responsabilità dirafforzare l’impegno di Astellas nel sostenere iniziative che possano portarealla definizione di strumenti concreti, come la Scheda Nefrologica, volti alladiagnosi precoce e all’ ottimizzazione del percorso di cura del pazientenefropatico”.

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