Malattie cardiovascolari, ogni anno provocano in Italia 900mila ricoveri

Pubblicato il:
17.5.2023

Roma, 17 maggio 2023 – Nel contrasto allemalattie cardio-vascolari bisogna superare la rigida distinzione traprevenzione primaria e secondaria. E’ sempre più necessario valutare lecondizioni e la funzionalità degli organi che sono il “bersaglio” dei principalifattori di rischio. Un nuovo approccio indispensabile per migliorarel’assistenza medico-sanitaria verso patologie che provocano, ogni anno solo inItalia, più di 900mila ricoveri ospedalieri. Causano anche 232mila decessi ecostano complessivamente al nostro Paese 21 miliardi di euro (16 per i costidiretti e 5 per quelli indiretti). L’invito alle istituzioni e al mondomedico-accademico è contenuto in un documento stilato dalla Consulta delleSocieta’ Scientifiche per la riduzione del Rischio Cardio-Vascolare(www.consulta-scv.it). L’alleanza riunisce 16 diverse Società Scientifiche epresenta il suo lavoro nell’ambito di un workshop del titolo “Focus su tregrandi temi per il Ssn: Riflessioni e Proposte della Consulta SCV. L’eventoscientifico si svolge oggi a Roma ed è supportato sul piano organizzativo daDephaforum. “Le malattie cardio-vascolari rappresentano in tutto il Pianeta laprima causa di morte – afferma il prof. Giuseppe Mancia, Presidente dellaConsulta-SCV, Professore Emerito dell’Università Milano Bicocca e Presidentedella European Society of Hypertension Foundation -. La loro prevenzione rimanedi gran lunga la migliore strategia a nostra disposizione per limitarnel’impatto complessivo sul SSN. La prevenzione può essere primaria e comportareinterventi sugli stili di vita e altri fattori di rischio. Oppure secondaria equindi finalizzata all’evitare recidive a persone già colpite da un eventocardio-vascolare. Questa suddivisione ha avuto, e continua ad avere, numerosericadute positive sulla pratica clinica. Tuttavia presenta dei limiti, chepossono essere superati grazie a esami diagnostici più precisi. Oggi sono statimessi a punto biomarcatori del danno d’organo e nuove indagini strumentali comele bio-immagini. Rispetto a pochi anni fa è quindi possibile quantificare equalificare il danno strutturale e funzionale al sistema cardiovascolare. Peresempio, le tecniche più avanzate ultrasoniche e tomografiche consentono diidentificare precocemente lesioni, anche molto lievi, al sistema vascolare delcuore o dei reni o di altri organi. Tutto ciò porta inevitabilmente aimportanti ricadute clinico-terapeutiche e opportunità di intervento precoceper tutti i pazienti. Questa maggiore precisione diagnostica consente unatempestiva identificazione del danno d’organo ed una conseguente adeguataquantificazione del rischio. Andrà perciò rivisto il paradigma classico con cuiclassifichiamo i pazienti, interpretiamo le nostre linee guida e diamoraccomandazioni terapeutiche alla luce del nuovo ruolo assegnato al dannod’organo, il vero nuovo “killer silenzioso”. “Un lavoro di aggiornamento vasvolto anche per il paziente fragile – sottolinea il prof. Giovanni Corrao,Direttore del Centro Interuniversitario Healthcare Research and Pharmacoepidemiology-. La Consulta-SCV ha infatti proposto di costituire un gruppo di lavorointerdisciplinare, per studiare questa problematica.  Ogni persona colpita da una patologiacardiovascolare presenta infatti dei livelli diversi di fragilità, chedipendono da diversi fattori come la complessità clinica, la suscettibilitàbiologica e anche la vulnerabilità sociale. Sono tutti elementi che devonoessere tradotti in un piano assistenziale individualizzato che tenga poi contodei singoli aspetti d’ogni malato. Questo vale soprattutto nella gestioneclinica e assistenziale della cronicità, condizione che interessa un numerocrescente di pazienti”.

Al Workshop di Roma la Consulta presentaanche un terzo documento, dedicato all’arteriopatia periferica degli arti inferiori.“E’ una patologia decisamente trascurata anche se può interessare fino al 10%della popolazione adulta – prosegue la Prof.ssa Adriana Visonà, Direttore UOCAngiologia Azienza ULSS 2, Marca Trevigiana Regione Veneto-. Si caratterizzaper una forte riduzione dell’afflusso di sangue e dell’ossigeno alle arteriedegli arti inferiori, a causa dell’ostruzione o restringimento dei vasisanguigni. La malattia inoltre non si presenta sempre con sintomi specifici. Unpaziente con PAD presenta un rischio sei volte maggiore di eventicardio-vascolari, tra cui l’infarto e l’ictus. Si calcola che l’arteriopatiaperiferica degli arti inferiori aumenterà in modo significativo nei prossimi 20anni, anche a causa dell’invecchiamento generale della popolazione”. “Per fortunaesistono diverse tipologie di terapie in grado di contrastarla efficacemente –aggiunge il dott. Walter Marrocco, Responsabile Scientifico della FederazioneItaliana dei Medici di Famiglia/FIMMG e Coordinatore della Consulta-SCV-. ComeConsulta siamo però assolutamente convinti che l’arteriopatia si possasconfiggere anche grazie a nuove campagne di sensibilizzazione che ne aumentinola consapevolezza tra la popolazione. Infine, va resa sistematica lacollaborazione multidisciplinare e multiprofessionale di tutti il personalemedico coinvolto nel percorso di cura”.

“La prevenzione cardiovascolare gioca unruolo fondamentale per la sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Unrisultato che può essere raggiunto solo garantendo l’accesso rapido ed omogeneoa livello nazionale e regionale e la giusta valorizzazione economica di tutti ifarmaci per la prevenzione e la cura delle patologie cardiovascolari – concludeil dott. Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria -. Come Paese dobbiamoaccelerare le partnership strategiche sui temi fondamentali: ricerca e sviluppoclinico, prevenzione, uso delle evidenze generate con la Real World Evidence,digitalizzazione dei processi in sanità e applicazione dell’intelligenzaartificiale e degli strumenti innovativi che mette a disposizione. È infinefondamentale che si realizzi una corretta misurazione e valorizzazione di tuttii benefici clinici, economici e sociali, sia diretti sia indiretti”.

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