Melanoma: iltrattamento adiuvante con pembrolizumab riduce il rischio di metastasi adistanza nello stadio IIB o IIC del 36%

Pubblicato il:
7.6.2022

RAHWAY, N.J., 7 giugno 2022 – Nei pazienticon melanoma in stadio IIB e IIC operati, finora privi di opzioni di cura,l’immunoterapia conpembrolizumab può ridurre il rischio di metastasi a distanza del 36%. Loevidenzia lo studio di Fase 3 KEYNOTE-716 con pembrolizumab, terapia anti-PD-1di MSD, rispetto al placebo nel trattamento adiuvante (cioè successivo allachirurgia) nei pazienti con melanoma resecato in stadio IIB o IIC. Ad unfollow-up mediano di 27,4 mesi pembrolizumab ha dimostrato un miglioramentostatisticamente significativo e clinicamente rilevante nella sopravvivenza libera da metastasi adistanza (DMFS) rispetto al placebo (HR=0,64 [95% CI, 0,47-0,88]; p=0,0029).La mediana DMFS non è stata raggiunta in nessuno dei due bracci. Questi dati sonostati presentati per la prima volta durante la sessione oral abstract alCongresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) (abstract#LBA9500).

Inoltre,al follow-up mediano di 27,4 mesi, pembrolizumab ha confermato una riduzione delrischio di recidiva rispetto al placebo (HR=0,64 [95% CI, 0,50-0,84]). L’81,2%dei pazienti nel braccio pembrolizumab è risultato libero da recidive a dueanni rispetto al 72,8% dei pazienti nel braccio placebo. Un’analisi esploratoriaprespecificata della qualità di vita (HRQoL) dal KEYNOTE-716 è stata presentataal Congresso ASCO in corso a Chicago (abstract #9581), i risultati dimostrano comel’HRQoL sia simile tra i due bracci, rispettivamente pembrolizumab e placebo,sulla base dell’EORTC Quality of Life Questionnaire Core 30 o dei risultati delEQ-5D-5L VAS. “I pazienticon melanoma in stadio IIB e IIC presentano una sopravvivenza simile a quellache si osserva nei pazienti in stadio IIIB, ma a differenza di questi ultimi,non hanno opzioni di trattamento sistemiche disponibili e lostandard di cura finora è stato rappresentato dall’osservazione – afferma Paolo Ascierto, Direttore Unità di Oncologia Melanoma,Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del ‘Pascale’ di Napoli -. Con lostudio KEYNOTE-716 si è raggiunto un importante traguardo perché è statodimostrato che, anche in questi pazienti, l’immunoterapia adiuvante conpembrolizumab per un anno è in grado di migliorare non solo la sopravvivenzalibera da recidiva ma anche quella libera da metastasi a distanza, parametrosurrogato della sopravvivenza globale. L’immunoterapia in fase precoce puòinfatti aumentare il numero di pazienti che ottengono la guarigione. Inparticolare, la riduzione del rischio di metastasi a distanza è stata del 36%,un dato molto importante”. Nellostudio, il profilo di sicurezza di pembrolizumab è risultato in linea con glistudi precedentemente riportati nei pazienti con tumori solidi e non sono statiosservati nuovi segnali durante l’analisi della DMFS. Gli eventi avversi diGrado 3 o superiore, riferiti al trattamento, sono stati osservati nel 17% deipazienti trattati con pembrolizumab rispetto al 5% dei pazienti nel braccio placebo.Eventi immuno-mediati e reazioni legate all’infusione sono stati gli eventimaggiormente registrati nel braccio pembrolizumab rispetto a placebo (38% vs9%, rispettivamente). “Nello studio KEYNOTE-716 - ha affermato Scot Ebbinghaus,Vice President, global clinical development, Merck Research Laboratories -, iltrattamento con pembrolizumab dopo la chirurgia ha migliorato sia la sopravvivenzalibera da metastasi a distanza, sia la sopravvivenza libera da recidiverispetto al placebo in pazienti con melanoma in stadio IIB or IIC. Questi datisono incoraggianti per la comunità del melanoma e si aggiungono ai risultati positividi altri sei studi a regimi basati su pembrolizumab in stadi precoci dimalattia.” Inaggiunta al KEYNOTE-716, infatti, altri cinque studi, che valutano un regimebasato su pembrolizumab in pazienti in stadi precoci di malattia, hannosoddisfatto gli endpoint primari. Questi studi includono: KEYNOTE-091 nelcarcinoma polmonare non a piccole cellule nello stadio IB (≥4 centimetri) aIIIA; KEYNOTE-054 nel melanoma in stadio III; KEYNOTE-564 nel carcinoma acellule renali; KEYNOTE-522 nel carcinoma mammario triplo negativo; e il KEYNOTE-057nel carcinoma della vescica non muscolo invasivo, ad alto rischio, nonresponsivo al Bacillus Calmette-Guerin (BCG).

Sullabase dei risultati di RFS nel KEYNOTE-716, la Food and Drug Administration nelDicembre 2021 ha approvato pembrolizumab per il trattamento adiuvante dipazienti adulti e pediatrici (di età pari o superiore ai 12 anni) con melanomain stadio IIB o IIC in seguito a completa resezione. Con l’approvazione,pembrolizumab, in USA, è diventato la prima opzione anti-PD-1 nel trattamentoadiuvante per pazienti (di età pari o superiore ai 12 anni) con melanoma instadio IIB, IIC e III completamente resecato. In Europa, il CHMP (Committee forMedicinal Products for Human Use) dell’Agenzia Europea del Farmaco a Maggio2022 ha emesso un parere positivo basandosi sui risultati dello studioKEYNOTE-716 e i dati saranno condivisi con altre autorità sanitarie a livelloglobale.

Èdisponibile un compendio delle presentazioni e dei poster MSD qui.

Lo studio KEYNOTE-716 eulteriori dati

Il KEYNOTE-716 (ClinicalTrials.gov, NCT03553836) èuno studio randomizzato di Fase 3 in doppio cieco, che ha arruolato 976pazienti adulti e pediatrici (di età pari o superiore ai 12 anni) con melanomain stadio IIB o IIC resecato. In seguito a resezione chirurgica completa, ipazienti sono stati randomizzati a pembrolizumab 200 mg per pazienti adulti e 2mg/kg (200 mg al massimo) per pazienti pediatrici o placebo ogni tre settimaneper circa un anno fino alla recidiva della malattia o a tossicità inaccettabile.L’endpoint primario era la RFS, e gli endpoint secondari includevano DMFS esopravvivenza globale. La sopravvivenza globale continuerà ad essere seguitanelle prossime analisi.

 

Alla data di cutoff della terza analisi adinterim (4 gennaio 2022), il follow-up mediano dello studio era di 27,4 mesi.La sopravvivenza libera da metastasi (DMFS) è stata definita come il tempodalla randomizzazione alla prima diagnosi di metastasi a distanza. Inparticolare, nel braccio di pembrolizumab, il 12,9% (n= 63/487) dei pazienti haavuto un evento rispetto al 19,4% (n=95/489) dei pazienti nel braccio placebo.I tassi stimati di DMFS a due anni sono stati 88,1% verso 82,2, rispettivamentenel braccio pembrolizumab e placebo.

Come precedentemente annunciato, lo studioha raggiunto l’endpoint primario di RFS alla prima analisi ad interim (HR=0,65[95% CI, 0,46-0,92]; p=0,00658). Alla terza analisi ad interim, il 19,5%(n=95/487) dei pazienti trattati con pembrolizumab ha sperimentato un eventorispetto al 28,4% (n=139/489) dei pazienti trattati con placebo. A due anni, itassi di RFS stimati sono stati 81,2% nei pazienti trattati con pembrolizumabrispetto a 72,8% dei pazienti nel braccio placebo.

 

Ilmelanoma                                                                                                                                                                    Ilmelanoma, la forma più grave di tumore della pelle, è caratterizzato dallacrescita incontrollata dei melanociti. I tassi di melanoma sono aumentati negliultimi decenni, con circa 325.000 nuove diagnosi nel 2020 a livello mondiale. Itassi di recidiva del melanoma resecato nei pazienti con malattia allo stadioIIB e IIC sono stimati intorno al 32-46% e del 39-74% nei pazienti in stadio III.I tassi di sopravvivenza a 5 anni (secondo il sistema American Joint Committeeon Cancer [AJCC] ottava edizione) sono stimati dell’87% nello stadio IIB, 82%nello stadio IIC, 93% nello stadio IIIA, 83% nello stadio IIIB, 69%nello stadio IIIC e 32% nello stadio IIID.

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