Melanoma: in Italia +7% di casi l’anno, si riduce il rischio per gli under 35

Pubblicato il:
27.9.2022

27 settembre 2022 – In Italia cresce il numero di nuovi casi l’anno di melanoma, il piùpericoloso tumore della pelle. L’incremento registrato è del 7% sia tra gliuomini che le donne. Tuttavia, secondo recenti studi dell’Associazione ItalianaRegistri Tumori supportato da IMI (Intergruppo Melanoma Italiano), tra lepersone nate da metà degli anni ’70 in poi il rischio di cancro è diminuitodopo anni di costante crescita. Il merito è da ricercare nella prevenzione esoprattutto in un’esposizione più corretta al sole, dovuta anche ad unamaggiora consapevolezza. “C’è ancora però molta strada da fare e manca una veracampagna educazionale a livello nazionale sul modello di quelle condotte intempi recenti in Australia o negli USA”. E’ quanto sostengono gli specialistidell’IMI che si riuniranno a Firenze, dal 30 settembre al 2 ottobre, per illoro XXVIII Congresso Nazionale. “Bisogna evitare i facili trionfalismi mapossiamo ammettere che il melanoma oggi potrebbe fare meno paura rispetto alrecente passato – evidenzia il dott. EmanueleCrocetti, epidemiologo e past-president dell’AssociazioneItaliana Registri Tumori -. Grazie alla combinazione di un continuomiglioramento delle strategie terapeutiche e di un crescente aumento dellediagnosi precoci, la sopravvivenza a cinque anni ha raggiunto l’87% e il datosale ad oltre il 90% tra la popolazione italiana under 45. Rimane comunque untumore particolarmente insidioso e che colpisce ogni anno più di 14.900 uominie donne”. “Oggi siamo in grado di garantire buone prospettive ai nostri pazienti– aggiunge il dott. CorradoCaracò, della SC Chirurgia Melanoma e dei Tumori cutaneidell’INT “Fondazione Pascale” di Napoli -. La chirurgia rimane il trattamentodi elezione contro il melanoma soprattutto negli stadi iniziali della malattia.Siamo in grado di svolgere interventi mirati e meno invasivi rispetto alrecente passato”. “Allo stesso modo le nuove cure come l’immunoterapia e leterapie target hanno portato benefici a lungo termine a oltre la metà dellepersone colpite da questa forma di cancro in fase avanzata e ad unasignificativa riduzione del rischio di recidiva nei pazienti ad alto rischiooperati radicalmente – sottolinea MarioMandalà, professore di Oncologia Medica dell’Università diPerugia Ospedale S. Maria della Misericordia”. “Raccomandiamo comunque a tuttiuna visita di controllo con uno specialista dermatologo – evidenzia Ignazio Stanganelli,Presidente IMI, professore dell’Università di Parma e direttore della SkinCancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna. In particolare chi ha unacinquantina di nei sulla pelle dovrebbe controllarli periodicamente, almeno unavolta l’anno. Non per forza un neo si trasforma in un cancro ma deve essernemonitorata l’evoluzione per arrivare eventualmente una diagnosi precoce dimalattia. Per questo bisogna intervenire sul medico di famiglia per aiutarlonella selezione della popolazione a rischio e delle lesioni sospette da inviareal dermatologo”.

 Al congresso di Firenze sono presentati gli ultimi progetti ditele-dermatologia promossi dall’IMI. “Recentemente abbiamo avviato MelaMed(Melanoma Multimedia Education) – prosegue Stanganelli -. E’ un’iniziativa acarattere nazionale che si pone l’obiettivo di formare il medico nellaprevenzione primaria e secondaria del melanoma cutaneo. Vuole inoltre fornirela relativa conoscenza delle basi essenziali dell’intero percorso diagnosticoterapeutico del paziente. Si avvale della piattaforma on line www.imi-melamed.it,che presenta un’area di attività educazionali e un corso in Formazione aDistanza, con crediti ECM, patrocinato dalla Federazione Nazionale degli Ordinidei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO). La piattaforma costituisceanche una biblioteca virtuale, con un atlante multimediale di rapido accesso efacilmente consultabile, corredata di tutti i capitoli fondamentali sullapatologia”. “La condivisione per via telematica delle immagini in dermatologiacome quella promossa con il progetto Melamed è utile nella collaborazione tramedico di medicina generale e specialista. – aggiunge Patrizia Re, Medicodi medicina generale dell’AUSL Romagna -. La FAD asincrona del progettocontribuirà inoltre a una approfondita formazione professionale che porterà amigliorare l’appropriatezza diagnostica e una più rapida presa in caricodel paziente con sospetto onco-dermatologico”. “Sempre come IMI, con ilcoordinamento della prof.ssa Paola Ghiorzo dell’Università di Genova, stiamopromuovendo il progetto di teleconsulenza genetica – sottolinea il prof. Giuseppe Palmieridell’Università di Sassari e Direttore della Genetica dei Tumori del ConsiglioNazionale delle Ricerche (CNR) -. Forniamo a specialisti un percorso on line alfine d’individuare i pazienti con criteri di accesso a test genetici per la diagnosidi melanoma ereditario o di condizioni sindromiche in cui la neoplasia possaessere un segno clinico oncologico associato. “Infine, abbiamo avviato unprogetto sperimentale di consulenza diagnostica istopatologica – concludela prof.ssa DanielaMassi dell’Università di Firenze e Direttore del Servizio diAnatomia Patologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi -.Attraverso la nostra piattaforma di Second Opinion offriamo ai clinici dellarete IMI uno strumento di supporto decisionale per tumori melanocitari atipicie forme rare di melanoma finalizzato a rendere omogeneo il percorso di cura neicasi di elevata complessità e rara osservazione tenendo conto della specificitàdel singolo paziente”. 

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