Neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche: AIFA approva tagraxofusp, prima e unica terapia contro tumore del sangue raro e aggressivo

Pubblicato il:
14.3.2023

Firenze, 14 marzo 2023 – L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvatola rimborsabilità di tagraxofusp come monoterapia per il trattamento di primalinea di pazienti colpiti dalla neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidiblastiche (BPDCN), un tumore del sangue raro e aggressivo con prognosi severacaratterizzato dalla iper-espressione dell’antigene CD123. Si tratta dellaprima e unica terapia specifica per questa patologia, frutto della ricerca esviluppo di Menarini Stemline. L’Italia è il secondo Paese in Europa a renderedisponibile il farmaco, dopo la Germania. Il provvedimento di AIFA seguel’approvazione a livello europeo, avvenuta nel 2021 sulla base dello studioregistrativo (STML-401-0114), che ne ha dimostrato efficacia e sicurezza.

“Prima di tagraxofusp, non esistevano farmaci autorizzati in questaneoplasia e, nella pratica clinica, si faceva ricorso a regimi chemioterapiciintensivi utilizzati normalmente per il trattamento di leucemie o linfomi –afferma Pier LuigiZinzani, Professore Ordinario dell’Istituto di Ematologia ‘L.A. Seràgnoli’, IRCCS S. Orsola-Malpighi, Università degli Studi di Bologna -.La neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche, però, ècaratterizzata da una resistenza intrinseca alle chemioterapie standard: lerisposte sono spesso transitorie e i risultati ottenuti non si traducono invantaggi dal punto di vista della sopravvivenza. Questi regimi chemioterapicisono inoltre associati a gravi tossicità e causano una prolungata depressionedel midollo osseo, che può determinare gravi conseguenze, soprattutto neipazienti più anziani”. “Tagraxofusp è una terapia mirata, ‘first-in-class’, cheagisce in maniera selettiva contro l’antigene CD123 – continua il prof. Zinzani-. Nello studio registrativo, che ha coinvolto 89 pazienti, il farmaco hadeterminato una risposta complessiva del 75% e la remissione, completa o conun’anormalità cutanea non indicativa di malattia attiva, è stata del 57%. E il51% dei pazienti in remissione è stato sottoposto con successo al trapianto dicellule staminali ematopoietiche, prevalentemente di tipo allogenico”.

“Tagraxofusp è in grado di portare la neoplasia in remissione, che puòpoi essere consolidata con il trapianto di cellule staminali emopoietiche,migliorando così le probabilità di guarigione. L’unico trattamento in grado diraggiungere questo importante risultato è proprio il trapianto, ma non tutti ipazienti possono sottoporvisi – spiega EmanueleAngelucci, Direttore Struttura Complessa di Ematologia eTerapie cellulari dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova -.Tagraxofusp può aumentare il numero di pazienti che ottengono la remissionesenza sottoporli alla tossicità della chemioterapia intensiva e che, quindi,sono candidabili al trapianto. La malattia, che di solito si presentaall’esordio con lesioni cutanee, di colore scuro, multiple e infiltranti, nelsuo decorso può interessare il midollo osseo, il sistema nervoso centrale e ilinfonodi, diventando così una patologia sistemica. Ha un’incidenza moltobassa, sono meno di cento i nuovi casi ogni anno in Italia, e solo recentementequesta neoplasia ha trovato una definizione adeguata. Oggi è classificataall’interno delle neoplasie mieloidi aggressive”.

Nell’agosto 2019, l’azienda produttrice ha avviato in Europa un ExpandedAccess Program (EAP) per garantire ai pazienti l’accesso a tagraxofusp primadella sua approvazione da parte dell’EMA e, nel contempo, raccogliere datisulla sua efficacia e sicurezza nella pratica clinica quotidiana. “Il farmaco –continua il prof. Angelucci – ha mostrato anche nella ‘real life’ un favorevoleprofilo rischio-beneficio, con un’efficacia che appare addirittura superiore aquella riportata nel trial registrativo. I risultati preliminari dello studioretrospettivo europeo ‘Expanded Access Program (EAP)’, al quale ha partecipatoanche l’Italia, sono stati presentati lo scorso dicembre al congresso dellaSocietà Americana di Ematologia. Sono stati riportati i risultati di un’analisipreliminare dei dati di 22 pazienti trattati con tagraxofusp di cui 15 in primalinea. In questi, la risposta complessiva è stata dell’87% e il tasso diremissione completa del 67%. Il 50% è stato sottoposto al trapianto di cellulestaminali. Sono dati estremamente soddisfacenti, vista l’aggressività dellapatologia”.

“Per la prima volta, i pazienti colpiti da BPDCN in Italia hanno lapossibilità di beneficiare di un trattamento diretto in modo specifico controquesto tumore del sangue raro e aggressivo – conclude Nicola Bencini,Direttore Generale di Menarini Stemline Italia -. L’approvazione di tagraxofusprende possibile un cambiamento significativo nell’approccio terapeutico, poichéfornisce ai medici la prima terapia mirata per aiutare i pazienti affetti daquesta grave malattia”.

 

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