Tumore del polmone: cure e prognosi collegati anche ai livelli di sodio. La prof.ssa Berardi: “Possiamo trovare nuovi ed efficaci biomarcatori”

Pubblicato il:
12.9.2022

Parigi, 12 settembre 2022 – Il carcinoma polmonare è una della neoplasiepiù temute e insidiose e ogni anno colpisce oltre 41mila cittadini in Italia.La lotta contro i casi più gravi può passare anche dall’analisi dei bassilivelli di sodio nel sangue. Un processo definito iponatriemia (ovvero unaconcentrazione di sodio inferiore a 135 mEq/l), che rappresenta un delleprincipali alterazioni elettrolitiche riscontrate nella pratica clinicaoncologica. “E’ possibile sfruttarla per arrivare a efficaci biomarcatori, giànelle fasi precoci della malattia, nel predire la risposta ai trattamenti e laprognosi dei pazienti”. E’ quanto ha dichiarato dalla prof.ssa Rossana Berardi,Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, Direttricedella Clinica Oncologica, AOU Ospedali Riuniti di Ancona e membro del DirettivoNazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). La docente, alCongresso 2022 della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) a Parigi, hapresentato i risultati preliminari dello studio ISA (“Iponatriemia e sindromeda inappropriata antidiuresi nel cancro (SIAD): approcci integrati verso lascoperta di agenti terapeutici mirati al pathway della vasopressina”). Laricerca è coordinata dalla prof.ssa Berardi e dalla sua equipe, costituita daGiulia Mentrasti, Lorenzo Giuliani, Carolina Liguori, Mariangela Gualteri,dalle biologhe Elisa Ambrosini, Natalia Chiodi e Francesca Bianchi, con ilprezioso supporto della SOD di Anatomia Patologica, Professoressa Gaia Goteri eDott.ssa Francesca Barbisan, e del Professor Marco Rocchi, Ordinario inStatistica Medica dell’Università di Urbino. 

“Già diverse evidenze scientifiche testimoniano come l’iponatriemia siaresponsabile di un aumento della morbilità e della mortalità per i pazientioncologici – afferma la prof.ssa Berardi-.  È legata anche ad una maggiore durata dei ricoveri in ospedale e deicosti associati. Il tumore del polmone inoltre rappresenta una delle principalicause di morte da cancro nel mondo in entrambi i sessi. Solo in Italia ilnumero di decessi ammonta a oltre 34mila l’anno”. Lo studio condotto presso laClinica Oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona ha vinto un finanziamentoattraverso il bando PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del MIUR.Tra i possibili biomarcatori analizzati ci sono i miRNA: piccoli segmenti diRNA coinvolti nella regolazione dell’espressione genica delle cellule delnostro organismo. I primi dati ottenuti hanno permesso di individuare un gruppodi 12 diversi miRNA espressi nei campioni tumorali di dieci pazientieunatriemici (con normali concentrazioni ematiche di sodio) rispetto a dieciiponatriemici. E’ stato poi osservato come alcuni miRNA downregolati (espressiin minore concentrazione) siano associati ad una peggiore sopravvivenza, mentrealtri upregolati (espressi in maggior misura) siano invece correlati ad unamigliore sopravvivenza globale. “I primi risultati rappresentano un passoavanti nella comprensione del ruolo del pathway della vasopressina, e più ingenerale della natriemia, nello sviluppo e nella progressione delle neoplasiepolmonari – prosegue la prof.ssa Berardi-. Attualmente è in corso la fase prospettica dello studio clinico che avrà loscopo di validare queste scoperte su un campione più ampio di pazienti affettida tumore del polmone in stadio avanzato”. 

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