18 aprile 2023 – I risultati positivi dello studio AstraZeneca di Fase IIIAEGEAN hanno mostrato che il trattamento con durvalumab in combinazione conchemioterapia neoadiuvante prima della chirurgia e come monoterapia adiuvantedopo la chirurgia ha prodotto un miglioramento statisticamente e clinicamentesignificativo della sopravvivenza libera da eventi (EFS) rispetto alla solachemioterapia neoadiuvante seguita dalla chirurgia, nei pazienti con tumore delpolmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio precoce (IIA-IIIB) resecabile.
A un’analisi ad interim precedentemente riportata, la combinazione didurvalumab e chemioterapia neoadiuvante aveva inoltre dimostrato unmiglioramento statisticamente significativo e rilevante della rispostapatologica completa (pCR), endpoint co-primario, rispetto alla sola chemioterapianeoadiuvante. L’analisi finale è risultata in linea con i risultatipositivi annunciatiin precedenza.
I risultati sono stati presentati nella sessione plenaria dell’American Associationfor Cancer Research (AACR) Annual Meeting di Orlando, Florida (abstract#CT005).
In un’analisi ad interim programmata di EFS, i pazienti trattati con ilregime con durvalumab prima e dopo la chirurgia hanno mostrato una riduzionedel 32% del rischio di recidiva, progressione o morte rispetto alla solachemioterapia (32% maturità dati, EFS [HR] di 0,68, 95% intervallo diconfidenza [CI] 0,53-0,88; p=0,003902). All’analisi finale di pCR, il trattamentocon durvalumab più chemioterapia neoadiuvante prima della chirurgia hadeterminato un tasso di pCR del 17,2% rispetto al 4,3% nei pazienti trattaticon la sola chemioterapia neoadiuvante (differenza in pCR 13% CI 8,7-17,6). Lostudio continuerà come da programma a determinare i principali endpoint secondaritra cui la sopravvivenza libera da malattia (DFS) e la sopravvivenza globale(OS).
“L’importanza dei dati dello studio AEGEAN è tale da determinare uncambiamento del paradigma terapeutico del tumore del polmone non a piccolecellule in stadio precoce, una svolta nella storia dell’oncologia toracica dopoi progressi già ottenuti nella malattia metastatica – afferma GiuliaPasello, ricercatrice in oncologia all’Università di Padova e Dirigente MedicoOncologia Medica 2 dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova -. Circa il 30%dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule riceve una diagnosiabbastanza precocemente da poter essere sottoposto ad intervento chirurgico.Ciononostante, la recidiva è ancora frequente nella malattia agli stadi iniziali.Lo studio AEGEAN dimostra che l’immunoterapia con durvalumab combinata allachemioterapia prima della chirurgia e in monoterapia dopo l’interventomigliorano la risposta patologica completa, che indica l’assenza di malattiaresidua. Un risultato che si traduce in un significativo miglioramento dellasopravvivenza libera da eventi e, quindi, in una consistente riduzione delrischio di recidiva”.
“Vi è ancora un forte bisogno clinico insoddisfatto per questi pazientiperché, anche quando la malattia è diagnosticata in fase iniziale, i tassi direcidiva dopo la chirurgia restano elevati, indipendentemente dal ricorso allachemioterapia pre- o post-operatoria – spiega Marcello Tiseo,Professore Associato di Oncologia, Direttore Scuola di Specializzazione inOncologia Medica dell’Università di Parma e coordinatore PDTA di OncologiaToracica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma -. La‘tradizionale’ chemioterapia, infatti, non riesce a impattare in manierasignificativa sulla diminuzione del rischio di recidiva di malattia locale o adistanza in percentuali superiori al 5%. È fondamentale il lavoro del teammultidisciplinare, che comprende in primis oncologo, pneumologo, chirurgo eradioterapista, per un adeguato inquadramento diagnostico-stadiativo e per unacorretta selezione dei pazienti cui offrire la migliore opzione terapeutica.Sono fondamentali un’accurata stadiazione radiologica ed endoscopica, il primopasso per definire da subito l’intera strategia di cura. In questo senso èmolto importante una stretta collaborazione con chirurghi per poter offrire aipazienti approcci terapeutici integrati sempre più efficaci grazie alle terapieinnovative, come quello perioperatorio risultato ‘vincente’ nellostudio AEGEAN”.
“L’aggiunta di durvalumab, prima e dopo la chirurgia, ha il potenziale perdiventare una strategia fondamentale che può modificare la storia del carcinomapolmonare non a piccole cellule in stadio precoce, aumentando significativamentele possibilità di cura – sottolinea Silvia Novello, PresidenteWALCE (Women Against Lung Cancer in Europe), Ordinario di Oncologia Medicaall’Università degli Studi di Torino e Responsabile Oncologia Polmonareall’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano -. I risultati dello studio AEGEANconfermano l’importanza di valutare in modo multidisciplinare conconsiderazioni aggiuntive in contesto diagnostico e terapeutico anche gli stadiiniziali di carcinoma polmonare. Anche per il paziente candidabile allachirurgia, è auspicabile poter offrire la migliore strategia terapeutica,integrando l’intervento chirurgico con trattamenti innovativi, prima e dopo lastessa chirurgia. Questo approccio perioperatorio, potenzialmente, offre lapossibilità di trattare un maggior numero di pazienti e anche con interventi chirurgicimeno invasivi: la chemio-immunoterapia neoadiuvante è infatti in grado diridurre le dimensioni del tumore e il trattamento perioperatorio offre anche lapossibilità di ridurre il rischio di recidive”.