Tumore del polmone: Osimertinib ha raggiunto una sopravvivenza senza precedenti nella malattia con mutazione egfr in stadio precoce con l’88% dei pazienti vivo a cinque anni nello studio di fase III Adaura

Pubblicato il:
4.6.2023

Chicago, 4 giugno 2023 - I risultati positivi dello studiodi Fase III ADAURA hanno mostrato che osimertinib, farmaco di AstraZeneca, haprodotto un miglioramento statisticamente significativo e clinicamenterilevante della sopravvivenza globale (OS) rispetto a placebo, nel trattamentoadiuvante del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadioprecoce (IB, II e III A) che presenta mutazioni del recettore del fattore dicrescita epidermico (EGFR), a seguito di resezione radicale.

Questi risultati saranno illustrati oggi in unapresentazione orale nella Sessione Plenaria del Congresso annuale 2023 dellaSocietà Americana di Oncologia Clinica (American Society of Clinical Oncology -ASCO) (abstract #LBA3) e sono pubblicati contemporaneamente sulla rivista TheNew England Journal of Medicine.

Osimertinibha ridotto il rischio di morte del 51% rispetto a placebo, sia nella popolazione dell’analisiprimaria (stadio II-IIIA) (maturità dati 21%, rapporto di rischioOS [HR] 0,49; intervallo di confidenza 95,03%0,33-0,73; p=0,0004), che nella popolazione complessiva dello studio (StadioIB-IIIA) (maturità dati 18%, OS HR 0,49; intervallo di confidenza 95,03%0,34-0,70; p<0,0001).

Nella popolazione dell’analisi primaria, l'85% dei pazientitrattati con osimertinib è vivo a cinque anni rispetto al 73% dei pazientitrattati con placebo. Nella popolazione complessiva dello studio, l'88% deipazienti trattati con osimertinib è vivo a cinque anni, rispetto al 78% diquelli trattati con placebo. La sopravvivenza globale mediana non è stataraggiunta sia nel braccio sperimentale che nel gruppo di controllo. I pazientitrattati con placebo che hanno sviluppato malattia metastatica hanno avutol’opportunità di ricevere osimertinib come trattamento successivo.

“Negli stadi precoci dimalattia l’intento del trattamento è curativo – spiega Filippo de Marinis,Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo diOncologia (IEO) di Milano e Principal Investigator dello studio ADAURA perl’Italia -. La tradizionale chemioterapia non riesce aimpattare in maniera significativa sulla diminuzione del rischio di recidiva dimalattia locale o a distanza in percentuali superiori al 5%. Questi nuovirisultati dello studio ADAURA dimostrano che quasi il 90% dei pazienti contumore del polmone non a piccole cellule in stadio iniziale trattati conosimertinib è vivo a 5 anni, con una riduzione del rischio di morte del 51%. Larilevanza di questi dati è senza precedenti: osimertinib è il primo inibitoretirosino-chinasico dell’EGFR a dimostrare un beneficio in sopravvivenzacomplessiva nel setting adiuvante nei pazienti con carcinoma polmonare non apiccole cellule EGFR mutato e sottoposti a chirurgia radicale. Risultati ancorapiù importanti se consideriamo che, nella malattia operabile, la sopravvivenzaa 5 anni diminuisce dal 73% nello stadio IB fino al 41% nel IIIA. Il beneficio diosimertinib si estende a tutti i sottogruppi di pazienti. Infatti negli stadiII-IIIA la sopravvivenza a 5 anni ha raggiunto l’85%. I risultati di ADAURArinforzano ulteriormente il beneficio di osimertinib quale standard di curadopo la chirurgia nei pazienti con malattia in stadio precoce e positivi allamutazione di EGFR”.

“Nel 2022, in Italia,sono stati stimati quasi 44mila nuovi casi di carcinoma polmonare – afferma SaverioCinieri, Presidente Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) -. Circail 30% dei pazienti colpiti dalla forma non a piccole cellule riceve unadiagnosi di malattia abbastanza precocemente da poter essere sottoposto aintervento chirurgico con intento radicale. Ciononostante, la recidiva è ancorafrequente nel tumore agli stadi iniziali. Per questa ragione accogliamopositivamente i risultati dello studio ADAURA, a conferma ulteriore dei grandiprogressi che sta compiendo la ricerca in oncologia. È importante il ruolorivestito da terapie mirate ed efficaci come osimertinib che portano di fatto aun miglioramento del percorso terapeutico del paziente e aumentano lepossibilità di sopravvivenza a lungo termine”.

“Lachirurgia rimuove il carcinoma e taglia al livello macroscopico, ma non riescea incidere su quello microscopico – sottolinea il Prof. de Marinis -. Resta,cioè, un ‘microscopico invisibile’ rappresentato dalle micrometastasi, che simuovono nel sangue e nella linfa e incidono sulla ricaduta locale o a distanzadella malattia nel tempo. Circa lametà dei pazienti con tumore di stadio I-II e tre quarti dei pazienti di stadioIII presentano una recidiva a cinque anni dall’intervento. Ladisponibilità di osimertinib rende necessario eseguire, in tutti i pazientioperati, l’esame molecolare per verificare l’alterazione del gene EGFR, perchécosì possiamo individuare i pazienti candidabili alla terapia mirata”.

Alla precedente analisi della sopravvivenza libera damalattia, tutti i pazienti avevano completato o interrotto il trattamento. Lasicurezza e tollerabilità di osimertinib al follow-up esteso è risultata inlinea con il profilo consolidato e con le analisi precedenti, senza nuovesegnalazioni di sicurezza. Gli eventi avversi di Grado ≥3 per tutte le cause sisono verificati nel 23% dei pazienti nel braccio con osimertinib rispetto al14% in quello con placebo.

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