Tumore del rene: ogni anno in Italia scoperti per “caso” 8.100 nuovi casi. “Grazie alle nuove terapie migliorano sopravvivenza e qualita’ di vita”

Pubblicato il:
16.6.2022

Roma,16 giugno 2022– In Italia oltre 144mila uomini e donne vivono con una diagnosi di carcinomarenale. Si calcola che ogni anno i nuovi casi ammontino a 13.500 e i piùcolpiti risultano gli uomini (9.000 mentre le donne sono 4.500). Sette pazientisu dieci sono vivi a cinque anni dalla diagnosi e possono essere consideratiguariti. Preoccupa però la casualità legata all’individuazione della patologiaoncologica. Il 60% dei casi (8.100 ogni anno) viene scoperto durante esamimedici svolti per altri problemi di salute. Infatti, il 55% dei carcinomi sipresenta alla diagnosi confinato solo al rene mentre fino nel 30% dei casi hagià sviluppato metastasi. Sono questi alcuni dati che descrivono una neoplasiaancora poco nota in tutto il pianeta. Per sensibilizzare l’attenzione dipazienti, caregiver, istituzioni, personale medico-sanitario e cittadini sicelebra oggi la Giornata Mondiale contro il Tumore del Rene. L’evento vienepromosso dall’International Kidney Cancer Coalition (IKCC), rete internazionalee indipendente di associazioni di pazienti provenienti da quasi 45 Paesidiversi. Il titolo della Giornata quest’anno è “We need to talk about treatmentoptions”, ovvero “Abbiamo bisogno di parlare delle opzioni di trattamento”.

“Negli ultimi anni è stata ampliata eperfezionata la gamma di cure disponibili - afferma Tonia Cinquegrana,Presidente e una delle fondatrici di ANTURE, Associazione Nazionale tumore delrene che oggi ha organizzato una conferenza stampa virtuale, grazie al sostegnonon condizionato di Ipsen S.p.A. -. Tutti i dati dimostrano chiaramente uncontinuo miglioramento dei tassi di sopravvivenza in Italia, fin dall’iniziodegli anni 90. Abbiamo però ancora tante sfide da affrontare per incrementarele chances dei pazienti a cominciare dal numero di diagnosi precoci che deveessere incrementato. Vi è poi un problema di qualità di vita, durante e dopo lecure, che deve essere sempre garantita. A seconda della tipologia di tumore,del suo stadio e delle priorità del malato ci sono diverse opzioni ditrattamento. Diversi studi scientifici hanno dimostrano che i risultatimigliori si ottengono quando i pazienti e i medici prendono insieme ledecisioni terapeutiche. Uno degli obiettivi dell’edizione di quest’anno dellaGiornata Mondiale è proprio quello favorire il dialogo tra gli specialisti e imalati. Verrà perciò distribuito materiale informativo a riguardo. Vogliamo poiin questa occasione sottolineare l’importanza dei test genomici anche in questaneoplasia. Devono essere resi disponibili a tutti i pazienti che ne hannonecessità sull’intera penisola. Un altro aspetto su quale dobbiamo lavorare,insieme ai medici, è la maggiore promozione di nuovi trial clinici”. Secondo unrecente sondaggio mondiale dell’IKCC l’89% dei pazienti con tumore del reneprenderebbe in considerazione l’idea di far parte di una sperimentazioneclinica. Tuttavia, a meno della metà viene fatta questa richiesta. “Gli studiclinici sono fondamentali per aumentare le nostre conoscenze sul cancro e altempo stesso possono fornire ai malati l'accesso a trattamenti innovativi -aggiunge il prof.  Giuseppe Procopio, Direttore dell’Oncologia ASSTdi Cremona -. Per questo duplice obiettivo la ricerca è fondamentale e deveessere sempre promossa. Ci ha permesso di ottenere risultati straordinarisoprattutto per quanto riguarda la personalizzazione delle terapie.L’incremento della sopravvivenza è dovuto all’introduzione delle terapie targetinnovative che, nell’ultimo decennio, ci ha permesso di contrastare anche icasi in fase avanzata della malattia”. “Nel tumore renale la chemioterapia e laradioterapia sono risultate da sempre poco efficaci e il loro utilizzo è scarso- aggiunge il prof. Sergio Bracarda, Presidente Incoming della SIUrO -Società Italiana di Urologia Oncologica -. L’introduzione dei farmaci biologiciprima e poi di quelli immunoterapici ha rivoluzionato la pratica clinica nonchérestituito speranza a milioni di uomini e donne in tutto il mondo. I notevolirisultati positivi in termini di efficacia sono però accompagnati anche daalcuni effetti collaterali temporanei. I più frequenti sono debolezza,stanchezza, nausea, vomito, perdita appetito, anemia e alterazioni cutanee.Potenziare il dialogo tra specialista e paziente può anche favorire anche unamigliore gestione di queste controindicazioni”. “Il carcinoma renale non puòpiù essere sottovalutato - conclude Camillo Porta, Professore Ordinariodi Oncologia Medica all’Università Aldo Moro di Bari e Direttore dellaDivisione di Oncologia Medica del Policlinico di Bari -. Come per altreneoplasie non è possibile avviare campagne di screening su fasce, più o menoampie, della popolazione. Resta perciò un’altra preziosa arma nelle nostre maniche è la prevenzione primaria e quindi gli stili di vita sani. Sono documentatida molte ricerche i collegamenti tra la malattia e alcune abitudini scorrettecome il fumo di sigaretta, l’obesità o l’eccesso di peso o l’abuso di alcololtre che con patologie molto diffuse come l’ipertensione arteriosa o lamalattia cistica renale”.

ANTUREper continuare a sensibilizzare la popolazione sul tumore del rene harealizzato una serie di video con le testimonianze dirette dei pazienti (https://www.youtube.com/watch?v=-4SEMRVjBRQ).

 

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