TUMORE DELLO STOMACO: MENO DEL 20% DEI CASI È SCOPERTO IN FASE INIZIALE

Pubblicato il:
14.11.2025

Roma,14 novembre 2025– In Italia meno del 20% dei casi è scoperto in fase iniziale, quando lepossibilità di guarigione sono elevate e la sopravvivenza a 5 anni puòraggiungere il 90%. Per aumentare il numero di diagnosi precoci, garantire atutti i pazienti le terapie appropriate ed eliminare le differenze territorialinell’accesso ai test diagnostici di immunoistochimica, fondamentali per unacorretta caratterizzazione molecolare del tumore, serve un percorsodiagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA) nazionale per il carcinomagastrico, che, però, non è previsto nel recente aggiornamento dei LivelliEssenziali di Assistenza (LEA) approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Larichiesta viene da pazienti ed esperti nel corso dell’8° Convegno Nazionale di “Vivere Senza Stomaco, Si PuòODV” (Tumore gastrico, una sfida da vincere insieme: nuovi e vecchi bisogni),oggi a Roma.

 “Ilcarcinoma gastrico, a differenza del tumore del colon-retto, altra neoplasiagastrointestinale, è privo di programmi di screening che consentano unadiagnosi precoce – affermaClaudia Santangelo, Presidente di ‘Vivere Senza Stomaco, Si Può ODV’ -.Per questo è fondamentale migliorare il livello di consapevolezza dei cittadinisui fattori di rischio e sulle regole di prevenzione primaria, che riguardanogli stili di vita sani, in particolare la dieta corretta, fondamentale perevitare lo sviluppo della malattia. Non solo. In Italia, vivono 72.900 personedopo la diagnosi di tumore dello stomaco. È necessario aiutarli nel difficile percorsodi cura e tutelare i loro diritti. Chiediamo che sia istituito un PDTAnazionale per il tumore gastrico, affiancato da PDTA regionali armonizzati traloro per migliorare l’assistenza. Solo un PDTA nazionale può garantire la presain carico multidisciplinare all’interno di centri di riferimento el’interazione sistematica tra le figure professionali coinvolte. La cura dellepersone con tumore dello stomaco richiede, a partire dalla diagnosi, unapproccio multidisciplinare, che può migliorare la sopravvivenza e la qualitàdi vita dei pazienti”. “Inoltre – continua Claudia Santangelo -, è importanteche sia garantito un supporto nutrizionale adeguato, fondamentale peraffrontare il carcinoma gastrico, prima, durante e dopo il trattamento. Cirivolgiamo alle Istituzioni perché gli alimenti a fini medici speciali sianoinseriti nei LEA, cioè nell’elenco delle cure garantite a tutti i cittadini.Sono integratori che devono essere necessariamente assunti da chi è inpreparazione durante la chemioterapia prima dell’intervento chirurgico o da chilo ha appena subito. Ad oggi, l’accesso agli alimenti a fini medici speciali èancora limitato con gravi disparità territoriali e, spesso, gravaeconomicamente sui pazienti”.

 Nel 2024, in Italia, sono statistimati circa 14.100 nuovi casi di tumore dello stomaco (in diminuzionerispetto ai 15.000 nel 2023). La sopravvivenza a 5 anni raggiunge il 32%,rispetto al 25% della media europea. Inoltre, nel nostro Paese, la mortalitàper carcinoma gastrico negli uomini 20-49enni, in 15 anni (2006-2021), èdiminuita del 38,6%. “I progressi delle terapie sono evidenti – spiega NicolaSilvestris, Segretario Nazionale AIOM (Associazione Italiana di OncologiaMedica) -. La chirurgia rappresenta il trattamento principale ad intentocurativo nei pazienti con tumore dello stomaco in stadio non metastatico.L’elevato tasso di recidive loco-regionali o a distanza dopo l’interventochirurgico ha portato a sviluppare un approccio multimodale nella malattiaoperabile, basato sull’impiego della chemioterapia prima e dopo la chirurgia,che attualmente costituisce lo schema di riferimento in questa popolazione dipazienti”. “Oggi, nella malattia metastatica – continua il prof. Silvestris -,abbiamo a disposizione diverse opzioni, dalla chemioterapia alle terapie miratefino all’immunoterapia, che possono essere utilizzate in combinazione. Lacaratterizzazione del tumore con test diagnostici di immunoistochimica deveessere eseguita in ogni paziente, prima di definire la prima linea di terapia”.

 “L’immunoistochimicaè un test di laboratorio fondamentale per la diagnosi, la caratterizzazione ela gestione del tumore gastrico, perché consente di identificare biomarcatori predittivichiave come HER2, PD-L1, MMR e Claudina 18.2 - sottolinea Matteo Fassan,Professore di Anatomia Patologica dell’Università degli Studi di Padova eDirettore della Anatomia Patologica della ULLS2 Marca Trevigiana -. Questi datisono cruciali per scegliere le terapie mirate più efficaci e personalizzare iltrattamento, migliorando la prognosi e l’efficacia delle cure. Vanno eliminatele differenze territoriali nell’accesso ai test”.

 “L’incidenza del tumoregastrico, a livello globale, è diminuita a partire dall’inizio degli anniNovanta, grazie all’eradicazione dell’infezione da Helicobacter pylori con la terapia antibiotica - conclude il Prof.Silvestris -. Va però tenuta sempre alta l’attenzione nei confronti degli altrifattori di rischio, come il fumo, che aumenta del 40% la probabilità disviluppare la malattia, e la dieta scorretta, cioè ricca di cibi salati eaffumicati e povera di frutta fresca e verdura. Anche il sovrappeso e l’obesitàsvolgono un ruolo importante”.

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