Tumore prostata, radioterapia è efficace ma la riceve solo il 20% dei pazienti

Pubblicato il:
21.11.2025

21 novembre 2025 - La radioterapia, soprattutto per la cura del tumore della prostata, è un'efficace e valida alternativa alla chirurgia radicale, con tassi di guarigione sovrapponibili ed effetti collaterali ridotti, ma poco nota ai pazienti. Dovrebbe essere impiegata nel 50-60% dei casi ma nel nostro Paese raggiunge soltanto la quota del 15-20%, a causa dei molti e diffusi luoghi comuni, che vanno dal peso inferiore che viene attribuito all'efficacia di questo approccio rispetto a quello chirurgico e farmacologico, alla paura di non avere una vita sessuale normale, fino all'errata convinzione che il trattamento sia solo palliativo o limitato a casi estremi dove la chirurgia non possa essere più impiegata.

"Nonostante il passare degli anni, la radioterapia continua a essere avvolta da un alone di diffidenza mista a disinformazione, e quando la proponiamo ai pazienti, la maggior parte all'inizio pensa di essere già condannata. E questo non per la gravità della malattia, ma perché crede di essere candidata a un trattamento di efficacia inferiore a quello chirurgico - avverte Filippo Alongi, direttore del Dipartimento di radioterapia oncologica avanzata dell'Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e ordinario di radioterapia oncologica all'Università di Brescia -. Eppure, parliamo di uno dei cardini delle terapie oncologiche, in particolare per il tumore della prostata, che può essere definito curativo al pari del bisturi". Come dimostra uno studio anglosassone, pubblicato di recente su European Urology, che ha messo a confronto la chirurgia robotica con la radioterapia di precisione, evidenziando come a parità di guarigione in oltre il 90% dei casi, quando il tumore è confinato all'interno della ghiandola prostatica, la radioterapia moderna è anche meglio tollerata in alcuni aspetti sintomatologici, preservando maggiormente la continenza urinaria e la funzionalità erettile. Un paziente su due sarebbe idoneo al trattamento radioterapico, ma soltanto un paziente su 5 viene sottoposto a questa metodica di cura non invasiva. Negli ultimi anni questa metodica ha fatto grandissimi passi in avanti, grazie all'utilizzo di apparecchi sempre più sofisticati, che permettono di eseguire trattamenti molto selettivi e circoscritti, con riduzione degli eventuali effetti collaterali. "Grazie alla dotazione di quattro acceleratori lineari, tra cui una macchina di ultima generazione dotata di risonanza magnetica ad alto campo e un dispositivo guidato da IA, di recente integrato e potenziato con un software che identifica e colpisce il tumore in soli sei secondi, è possibile, nel nostro dipartimento, trattare il tumore con una precisione e una velocità senza precedenti - sottolinea Alongi -. Ciò consente di curare il tumore della prostata in sole 5 sedute, contro le 20 o 28 della tecnica standard, in pochi minuti, senza dolore, né ricovero, né anestesia, abbattendo liste d'attesa e costi diretti e indiretti. Questi nuovi dispositivi all'avanguardia permettono inoltre di ricalibrare in tempo reale il piano di cura, sulla base dei cambiamenti di posizione, forma o dimensione del tumore, che avvengono di seduta in seduta, preservando i tessuti sani e garantendo una migliore qualità di vita". La radioterapia moderna merita dunque di essere conosciuta di più dai pazienti, che possono usufruire di un'opzione alternativa alla chirurgia, sicura, efficace, con effetti secondari quasi ormai rari nel tumore della prostata - conclude Alongi -. Gioca quindi un ruolo fondamentale la comunicazione di questi risultati innovativi che confermano l'IRCCS di Negrar come centro tra i più avanzati e all'avanguardia per il trattamento radioterapico di precisione del cancro alla prostata e di molte altre neoplasie, con una casistica tra le più ampie con 20.000 sedute eseguite l'anno per la cura di più di 2000 pazienti".

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