Ancona,25 marzo 2022– I pazienti oncologici in trattamento sono più vulnerabili alladisinformazione sul Covid-19 molto diffusa on line, soprattutto nei socialnetwork. Al contrario, le persone colpite dal cancro, ma che hanno terminato lecure, sono meno esposte al rischio di incorrere in fake news. Lo evidenzia unostudio su quasi 900 pazienti (“Endorsement of COVID-19 Related MisinformationAmong Cancer Survivors”), pubblicato recentemente su “Patient Education andCounseling”. Dall’altro lato, i clinici sembrano non cogliere il bisogno difonti certificate. Infatti un’altra indagine su più di 500 persone colpite datumore ha evidenziato che internet è un punto di riferimento per 3 pazienti su4, ma appena il 5% ha ricevuto dal proprio oncologo un consiglio su doveapprofondire tematiche legate alla propria salute. E uno studio, condotto dall’UniversitàPolitecnica delle Marche su 75 operatori sanitari, ha mostrato come la metà non abbia ricevuto unaspecifica formazione in ambito comunicativo ma il 93,4% voglia acquisire omigliorare le proprie capacità in questo settore. Proprio ad Ancona,all’Università Politecnica delle Marche, il 16 giugno partirà il primo corso diperfezionamento universitario in “Comunicare il cancro, la medicina e lasalute”. Sono disponibili 50 posti, si svolgerà online con cadenza settimanale,avrà durata semestrale e la scadenza per la presentazione delle domande dipartecipazione è il 19 aprile. I contenuti sono presentati oggi in unaconferenza stampa virtuale.
“Persconfiggere il cancro abbiamo bisogno di molte armi, non solo quellefondamentali e insostituibili della medicina e della ricerca scientifica –afferma Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia Medica all’UniversitàPolitecnica delle Marche, Direttore della Clinica Oncologica Ospedali Riunitidi Ancona e membro del Direttivo Nazionale AIOM (Associazione Italiana diOncologia Medica) -.È anche indispensabile fornire corrette informazioni e non cadere nelletrappole della disinformazione. In ambito oncologico, soprattutto in questoperiodo di pandemia da Covid-19, la cattiva informazione è più deleteria che inaltri campi, perché impatta sulla salute e, potenzialmente, sui pazienti, che possonoessere indotti ad assumere decisioni sbagliate per il loro percorso di cura. Ilcorso di perfezionamento, attraverso una formazione accademica, vuole formareoperatori sanitari e divulgatori trasmettendo le regole fondamentali percomunicare non solo il cancro, che rappresenta il paradigma delle malattieanche per il suo grande impatto emotivo, ma più in generale la medicina e lasalute”. Il corso è promosso dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’UniversitàPolitecnica delle Marche, in collaborazione con WHIN (Web Health InformationNetwork, Associazione informazione medico-sanitaria web). I requisiti diaccesso sono rappresentati dal diploma di laurea triennale o magistrale o da untitolo di studio equiparabile conseguito all’estero. Sono previste circa 160ore di lezione e oltre 35 di tirocinio. Il corso di perfezionamento è parte diun progetto più ampio, ‘comunicareilcancro’, che prevede un portale dedicato (www.comunicareilcancro.it) e profili suiprincipali social. “Il nostro obiettivo è fornire gli strumenti per divulgareinformazioni corrette in ambito oncologico e non solo, partendo dall’utilizzodi fonti sicure ed efficaci - sottolinea Mauro Boldrini, DirettoreComunicazione AIOM -. Ad esempio, non va più utilizzata l’equazione ‘tumoreuguale male incurabile’. Oggi, nel nostro Paese, il 65% delle donne e il 59% degliuomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. E sempre più persone possonoaffermare di avere superato la malattia. Una comunicazione efficace sui socialmedia può contribuire anche ad arginare il fenomeno preoccupante delle fakenews. Troppo spesso internet e, in particolare, i social network sono regno dicattiva informazione per quanto riguarda i tumori e, più in generale, lasalute. Si pensi alle vaccinazioni: tutto il pensiero ‘contro’ viaggia propriosui social, che vengono utilizzati come veicolo per teorie prive di basiscientifiche da tanti ‘no vax’”.
Trai principali insegnamenti del corso di perfezionamento, rientrano l’OncologiaClinica, l’Igiene Generale ed Applicata, la Neurologia, la Medicina Narrativa,l’Organizzazione aziendale in ambito sanitario, la Storia della Comunicazionein Medicina, la Medicina Legale, il Team working e la comunicazione dellevittorie e delle sconfitte, fino alla comunicazione efficace in radio, in TV, suigiornali online e cartacei e alle regole per gestire la notizia e realizzare un’intervista.
“L’Universitàha il compito di formare i professionisti sanitari e la comunicazione dellasalute deve rientrare nel percorso di studio degli operatori – spiega MauroSilvestrini, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’UniversitàPolitecnica delle Marche -. Il corso di perfezionamento intende fornirestrumenti a 360 gradi. I media, in particolare i social network, offronoun’opportunità importante per porre i pazienti al centro del sistema salute:consentono infatti di recuperare la fiducia dei cittadini, di interagire eutilizzare strumenti, come lo storytelling, per generare un dialogo”.
“I socialmedia possono avere un impatto importante nella gestione di malattie cronichecome i tumori – continua la prof.ssa Berardi -. I pazienti oncologiciutilizzano i social network per far parte di una comunità, per sentirsi menosoli e per cercare informazioni. Il confronto con chi si trova in condizionisimili genera aspettative positive e può favorire i comportamenti correttidegli altri pazienti. Anche gli operatori sanitari devono conoscere le regoledi questi strumenti per utilizzarli in modo appropriato. Inoltre, i socialmedia possono contribuire a modificare gli stili di vita, abbandonandoabitudini pericolose per la salute come il fumo di sigaretta, la sedentarietà ela dieta scorretta. Un esempio è quello della Mayo Clinic, l’organizzazioneamericana che gestisce circa 70 ospedali negli Stati Uniti ed è al top alivello mondiale per gli standard medici. Questa istituzione promuove,attraverso piattaforme social, attività di sensibilizzazione e prevenzione.Sempre a livello internazionale, anche il National Cancer Institute è un ottimoesempio di come si possano utilizzare gli strumenti digitali per fareprevenzione. Il corso di perfezionamento si ispira a questi esempi virtuosi”.
“Ilpotere della comunicazione e, più in generale, della parola è assolutamentesottovalutato - conclude Marcello D’Errico, Ordinario di Igieneall’Università Politecnica delle Marche -. Studi di neurofisiologia dimostranocome alcune parole piuttosto che altre sono in grado di attivare specifichearee del cervello alla stessa stregua dei farmaci. Gli operatori sanitarispesso sottovalutano il potere della comunicazione, come strumentoirrinunciabile nel guidare le decisioni e scelte terapeutiche dei pazienti, chenon solo non hanno gli strumenti culturali per decidere da soli, ma cheperaltro sono gravati dal peso emotivo della malattia che li mette in unacondizione di ulteriore fragilità. La corretta informazione va considerata unvero e proprio dovere degli operatori sanitari, a cui si somma la dimensioneetica: è infatti fondamentale per il progredire della conoscenza e può svolgereun’importante funzione educativa. Più prevenzione si traduce infatti in menocasi di cancro e in un maggior numero di diagnosi precoci. In questo scenario,l’attivazione del corso di perfezionamento, che insegna a ‘scegliere con curale parole da non dire’ come diceva Alda Merini, ha un valore aggiunto in unasocietà che per definizione è basata sulla comunicazione, in tutte le sue forme”.
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