Tumori: l’obesità riduce l’efficacia dell’immunoncologia. Nei pazienti diabetici peggiora la sopravvivenza

Pubblicato il:
5.5.2023

Palermo,5 maggio 2023– I pazienti diabetici colpiti dal cancro rispondono meno ai trattamentiimmunoncologici. In particolare, in queste persone la malattia metabolica èassociata a una sopravvivenza peggiore e il rischio di progressione del tumoreaumenta del 20% rispetto ai pazienti oncologici non diabetici. Lo dimostra unostudio, coordinato dall’Imperial College di Londra e dalla FondazionePoliclinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, che ha coinvolto circa1400 persone affette da tumori solidi avanzati e trattati con farmaciimmunoncologici in 21 centri. I risultati della ricerca (“Type 2 diabetesmellitus and efficacy outcomes from immune checkpoint blockade in patients withcancer”), pubblicata su “Clinical Cancer Research”, rivista scientificadell’Associazione americana per lo studio del cancro (AACR), sono illustratinel convegno “Cancer research: from Orlando to Palermo newsfrom AACR Annual Meeting”, organizzato dall’Associazione Italiana di OncologiaMedica (AIOM), in corso fino a domani a Palermo.

“In passato alcune ricerche avevano evidenziatoil cosiddetto ‘paradosso dell’obesità’, perché sembrava che il fatto di esserein sovrappeso potesse favorire l’efficacia delle terapie che stimolano ilsistema immunitario contro le cellule cancerose – afferma Saverio Cinieri,Presidente AIOM -. Questo studio, per la prima volta al mondo, evidenzia come ipazienti diabetici, che sono spesso in sovrappeso o obesi, rappresentino inveceun sottogruppo che beneficia meno dei trattamenti immunoncologici, con unasopravvivenza ridotta”.

“Abbiamoricostruito la diagnosi concomitante di diabete mellito di tipo 2, cheinteressava il 16% della popolazione dello studio – sottolinea AlessioCortellini, oncologo ricercatore clinico della Fondazione PoliclinicoUniversitario Campus Bio-Medico di Roma e primo autore dello studio -. Abbiamodimostrato con un approccio bio-statistico complesso ed affidabile che ipazienti diabetici, trattati con molecole immunoncologiche, ottengono risultatidi efficacia e sopravvivenza ridotti rispetto alla popolazione generale. Eabbiamo visto come i livelli di glicemia nel sangue correlassero con indici diinfiammazione sistemica in questi pazienti, fra cui il neutrophil-to-lymphocyteratio, fattore prognostico molto conosciuto in oncologia”. “L’obesità puòincludere diverse condizioni specifiche, tra cui rientra il diabete – continuail Presidente Cinieri -. Lo studio ha evidenziato che il microambiente tumoraledelle persone diabetiche ha caratteristiche di maggiore ‘esaurimentoimmunitario’ e immunodepressione”.

“L’obesitàè un grave fattore di rischio oncologico, che induce uno stato di infiammazionecronica sistemica, con riduzione dell’attività del sistema immunitario – spiegaAntonio Russo, Tesoriere AIOM e Professore Ordinario di OncologiaMedica, DICHIRONS - Università degli Studi di Palermo -. Va ricordato chel’immunoterapia agisce sugli stessi meccanismi che inducono la condizione diinfiammazione cronica. Servono più studi che indaghino il complesso rapportofra metabolismo, composizione corporea, sistema immunitario e tumori, conparticolare attenzione ai pazienti oncologici con una concomitante diagnosi didiabete, che devono iniziare un trattamento immunoterapico. I modelli dilaboratorio, in particolare quelli sui topi, probabilmente non sono del tutto adeguatia descrivere la complessità che caratterizza la sindrome metabolica, cheinclude obesità, ipercolesterolemia e iperglicemia, di un individuo che siammala di tumore. L’indice di massa corporea è un parametro approssimativo,poiché non considera il tipo di costituzione fisica, la localizzazionedell’adipe e delle masse muscolari. Va quindi compiuto uno sforzo, inparticolare da parte della ricerca indipendente e accademica, per studiare ilpaziente neoplastico da molteplici prospettive nello stesso momento, cioè dalpunto di vista metabolico, endocrinologico, nutrizionale e oncologico”.

Nel2022, in Italia, sono state stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro, incostante crescita anche per la diffusione di stili di vita scorretti. L’eccessodi peso rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare eoncologico e, nel nostro Paese, questa condizione riguarda 4 adulti su 10: il33% dei cittadini è in sovrappeso e il 10% è obeso. “Secondo stime del WorldCancer Research Fund, circa un quinto dei casi di cancro è attribuibile a unbilancio energetico troppo ricco – conclude Saverio Cinieri -. Il grasso è undeposito naturale di sostanze che favoriscono l’infiammazione sistemica eproduce ormoni, come gli estrogeni, coinvolti in vari tipi di neoplasie.Ricerche scientifiche hanno collegato obesità e sovrappeso a ben 13 diversitipi di tumore e sono state esaminate anche le possibili relazioni genetichetra obesità, cancro e sindrome metabolica. Il tessuto adiposo è composto nonsolo da cellule grasse ma anche da cellule del sistema immunitario chepermettono che si bruci al momento giusto la nostra energia. Negli individui insovrappeso o obesi, queste cellule sono ‘disorientate’ e inviano messaggisbagliati all’organismo. Da qui il maggior rischio di sviluppare il cancro. Èimportante che tutti i cittadini siano sensibilizzati sull’importanza diadottare stili di vita sani, con una dieta corretta e attività fisica costante”.

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