Tumori: ogni anno in Campania 32.500 nuovi casi

Pubblicato il:
12.5.2023

Napoli, 12 maggio 2023 – InCampania ogni anno sono stimati circa 32.500 nuovi casi di cancro, nel 2022 inItalia le nuove diagnosi sono state 390.700. Unpaziente su quattro (quasi un milione di persone in Italia) ha la stessaaspettativa di vita della popolazione generale e può essere consideratoguarito. Una conquista significativa, a cui ha contribuito in modoimportante l’immunoncologia, che rende più forte il sistema immunitario controil cancro. I progressi scientifici che hanno segnato la nuova era della sfidaai tumori sono ripercorsi nella campagna di informazione rivolta a tutti icittadini “Lo so anch’io”, realizzata da Bristol Myers Squibb, con lapartecipazione di APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma), Viveresenza stomaco (si può), FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori eGuariti Oncoematologia Pediatrica), TUTOR(Associazione Tumori Toracici Rari), FAVO (Federazione italiana delleAssociazioni di Volontariato in Oncologia)e WALCE (Women Against Lung Cancer in Europe), e il patrocinio di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). Ilprogetto è presentato oggi in una conferenza stampa a Napoli. Il capoluogopartenopeo è infatti la sede della prima tappa della campagna, che prevedeincontri nelle piazze e l’attivazione di un portale dedicato (www.bms.com/it/losoanchio.html).A Napoli sarà allestito un gazebo in Piazza Cavour a partire da oggi fino adomenica 14 maggio (dalle 10 alle 18), in cui saranno presenti le Associazionidei pazienti e verrà distribuito materiale informativo. All’interno dellastruttura, aperta a tutti, si troverà una “macchina del tempo”, per mostrare le tappe principali della storia dell’immunoncologia.

“Grazie all’utilizzo dianticorpi monoclonali, il sistema immunitario può essere stimolato a reagirecon maggior forza contro i tumori – spiega Paolo Ascierto, DirettoreUnità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovativedell’Istituto ‘Pascale’ di Napoli -. L’immunoncologia ha come bersaglio lecellule che costituiscono il nostro sistema immunitario e si affianca atrattamenti rivolti direttamente contro le cellule tumorali: chirurgia,chemioterapia, radioterapia, ormonoterapia e terapie mirate”. “La strada èstata aperta dal melanoma, il candidato ideale per l’immunoterapia – continuail prof. Ascierto -. Prima dell’arrivo di questo approccio innovativo, la speranzadi vita dei pazienti con melanoma metastatico era di circa 6 mesi e meno del10% era vivo a 5 anni. Oggi la storia di questo tumore della pelle è cambiata. Inparticolare, grazie alla combinazione di due molecole immunoncologiche,nivolumab e ipilimumab, in prima linea nel melanoma metastatico quasi la metàdei pazienti (48%) è vivo a 7 anni e mezzo. La duplice immunoterapia evidenziainoltre un significativo ‘effetto memoria’: la sua efficacia si mantiene alungo termine, anche dopo la fine delle cure. L’immunoncologia è lostandard di cura del melanoma non solo in fase metastatica, ma anche nellostadio III eIV resecato, cioè in una fase in cui la malattia è statacompletamente asportata. Trattare i pazienti in questo stadio aumenta lapossibilità di evitare una recidiva e, quindi, potenzialmente guarire”.

“La stimolazione del sistema immunitarioè lo standard di cura anche in molte altre neoplasie, dai carcinomi del polmonee del rene, fino a quelli gastrointestinali e al mesotelioma pleurico – affermaFerdinando De Vita, Direttore del Dipartimento Medicina di Precisione eProfessore di Oncologia Medica all’Università degli Studi della Campania LuigiVanvitelli di Napoli -. In particolare, l’immunoncologia hacostituito una vera evoluzione negli adenocarcinomi gastroesofagei (stomaco,giunzione gastro-esofagea e esofago), in fase avanzata o metastatica, dove, peroltre 10 anni, non ci sono stati progressi e i benefici della chemioterapia sonostati limitati. Oggi possiamo offrire ai pazienti un’opzione efficace in primalinea, costituita dall’immunoterapia con nivolumab in combinazione con lachemioterapia, che è in grado di migliorare in modo significativo sia lasopravvivenza globale che quella libera da progressione. A questi vantaggi siaggiunge il mantenimento di una buona qualità di vita”. “L’immunoterapiadiventa un cardine anche nella cura del tumore del colon-retto, in pazienti conuna caratteristica molecolare, il deficit di riparazione del mismatch o elevatainstabilità dei microsatelliti - continua il prof. De Vita -. La dupliceimmunoterapia, in pazienti già trattati con chemioterapia, ha portato ad unasopravvivenza a 4 anni nel 70% dei casi”.

“Siamo stati pionieri nellascoperta dell’immunoncologia, che ha cambiato la storia naturale di diverseneoplasie e che viene utilizzata non solo nelle forme più avanzate di malattiama anche negli stadi iniziali, quando il sistema immunitario è potenzialmentepiù reattivo al trattamento – sottolinea Cosimo Paga, Executive CountryMedical Director, Bristol Myers Squibb Italia -.La nostra ricerca è focalizzata nello sviluppo di nuovemolecole immunoncologiche, come relatlimab, che interagiscono su targetdifferenti del sistema immunitario, e di diverse combinazionidell’immunoncologia con la chemioterapia e con le terapie mirate”. “Finora– continua Cosimo Paga - abbiamo ottenuto la rimborsabilità in Italia per 16indicazioni tumorali in diverse fasi della malattia per i nostri farmaciimmunoncologici. Il nostro obiettivo è estendere l’efficacia dell’immunoncologiaal maggior numero di pazienti per migliorarne la sopravvivenza. Investiamomolto in approcci innovativi che permettano di personalizzare al massimo laterapia, spaziando dalla diagnostica con strumenti come il ctDNA e i nuovibiomarcatori a nuovi approcci terapeuticicome lo sviluppo di piattaforme che studiano l’omeostasi delle proteine, lostudio della radiofarmaceutica e di molecole radioteranostiche, lo studio dicome e quando combinare i vaccini terapeutici con l’immunoterapia. Ilfuturo è l’immunoncologia di precisione, quindi la possibilità di predire la sensibilitàall’immunoterapia. Ci stiamo spostando dal modello istologico,cioè dall’organo colpito dalla malattia, all’alterazione molecolare, in gradodi predire la risposta dei pazienti al trattamento. Questomodello, definito agnostico, consente di ampliare il numero di pazienti chepossono trarre vantaggio da uno specifico approccio terapeutico, indipendentementedalla localizzazione del tumore”.

La ricerca richiede anni,spesso decenni, per raggiungere risultati significativi. Il “viaggio”dell’immunoncologia inizia nei primi del Novecento, con gli studi sul ruolo delsistema immunitario nei tumori. Dopo quasi novant’anni, nel 1992 in Giappone,Tasuku Honjo scopre che una proteina svolge un ruolo importante per il correttofunzionamento del sistema immunitario. Nel 1996, negli Stati Uniti, James P.Allison identifica il meccanismo con cui i tumori spengono la rispostaimmunitaria. E, nel 2018, il Premio Nobel per la Medicina è assegnato a JamesP. Allison e a Tasuku Honjo, per i loro studi sui meccanismi che impediscono alsistema immunitario di riconoscere le cellule tumorali.

Gliultimi dieci anni hanno profondamente cambiato la sfida contro il cancro, ma illivello di consapevolezza sull’immunoncologia è ancora scarso – afferma MonicaForchetta, Presidente APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma) -. Perquesto ci impegniamo in ‘Lo so anch’io’, la campagna di informazione peraumentare il livello di conoscenza sui progressi della scienza inimmunoncologia. Un’indagine su più di 5.500 pazienti ha evidenziato checirca la metà non sa come funziona questa terapia. L’immunoncologia hatrasformato le prospettive delle persone colpite da melanoma metastatico,perché oggi in alcuni casi si può parlare di cronicizzazione della malattia. Vannosensibilizzati anche i cittadini, perché abbiano fiducia nella scienza, nei clinicie nella ricerca. In particolare, è necessario aumentare il livello diconsapevolezza dei più giovani”.

“Oggi grazie all’innovazionesempre più pazienti possono affermare di aver superato la malattia o convivonocon il cancro con una buona qualità di vita – conclude Claudia Santangelo, Presidentedi Vivere senza stomaco (si può) –. Laricerca offre in modo tangibile nuove opportunità di cura e di sopravvivenza. LeAssociazioni hanno anche il compito di sensibilizzare i pazienti e i cittadinisull’importanza della ricerca, per informarli sulle sperimentazioni cliniche, conla possibilità anche di accedere in anticipo a farmaci innovativi. Vannoinoltre velocizzati i tempi per rendere disponibili le nuove terapie, perché lepersone colpite da tumore non possono aspettare”.

 

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