Melanoma: in Italia 169.900 pazienti vivono dopo la diagnosi, +70% in 10 anni

Pubblicato il:
2.12.2020

Napoli, 2 dicembre 2020 – In dieci anni, in Italia, le persone vive dopo la diagnosi di melanoma sono aumentate di quasi il 70%: erano 100.910 nel 2010, sono 169.900 nel 2020. È un tumore della pelle in costante crescita, infatti nel 2020 sono stimati 14.900 nuovi casi, con un incremento del 20% in 12 mesi, ma le opportunità di trattamento sono sempre più efficaci, grazie ad armi come l’immunoterapia che stimola il sistema immunitario contro il cancro. E l’Istituto “Pascale” di Napoli è tra i primi centri a livello mondiale nella cura di questa neoplasia, con oltre 4.000 pazienti curati con l’immunoterapia dal 2010. Alle nuove frontiere nella lotta contro il più aggressivo tumore della pelle, è dedicato il convegno internazionale Melanoma Bridge, giunto all’undicesima edizione e promosso da Fondazione Melanoma, che si svolge dal 3 al 5 dicembre in forma virtuale con gli interventi dei più importanti esperti da tutto il pianeta. L’appuntamento è preceduto, oggi, dal congresso Immunotherapy Bridge, con approfondimenti che spaziano dal tumore del polmone a quelli della mammella e dell’ovaio. Gli eventi sono presentati in una conferenza stampa, realizzata grazie al sostegno incondizionato di Bristol Myers Squibb. “L’immunoterapia costituisce oggi lo standard di cura in diverse neoplasie in stadio metastatico: dal melanoma, al tumore del polmone non a piccole cellule, al linfoma di Hodgkin, al carcinoma renale fino a quelli della testa e del collo, al tumore squamoso della cute e al tumore di Merkel – spiega il prof. Paolo Ascierto, Presidente di Fondazione Melanoma e Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del ‘Pascale’ di Napoli -. Per aumentare il numero di pazienti che traggono benefici dall’immunoterapia, oggi pari a circa il 30-50% nelle diverse patologie neoplastiche, una delle strategie da seguire è rendere le cellule tumorali maggiormente ‘visibili’ al sistema immunitario, grazie agli studi sul microambiente tumorale. Inoltre, si stanno aprendo prospettive interessanti grazie alle terapie cellulari CAR-T anche nelle neoplasie solide, dopo gli ottimi risultati già ott

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