Roma,14 ottobre 2022 – Un cortometraggio, “Amici per la pelle”, per far comprenderea tutti i cittadini i progressi raggiunti nella cura del melanoma e le sfideancora da affrontare. Lo hanno realizzato la Fondazione Melanoma e l’IstitutoTumori “Pascale” di Napoli con gli attori Gigi & Ross, che nella produzionecinematografica diventano Tony e Flavio, due persone colpite da melanomametastatico e trattate con l’immunoncologia. Il finale è lieto solo a metà: unosopravvive, l’altro non ce la fa. Il cortometraggio, nato da un’idea dell’oncologoPaolo Ascierto, rispecchia quanto accade nella realtà. Il 50% delle personecolpite da questo tumore della pelle in forma metastatica rispondeall’immunoncologia e riesce a cronicizzare la malattia. L’obiettivo dellaricerca è raggiungere l’altra metà che ancora “sfugge” al meccanismo d’azionedelle terapie innovative. Il cortometraggio, prodotto da Bronx Film con ilcontributo non condizionato di Bristol Myers Squibb, è presentato oggi in unaconferenza stampa a Roma ed è dedicato a Gabriele Murgolo, un ragazzo di 17anni, originario di Taranto, morto di melanoma metastatico nel 2020 e cheappartiene a quel 50% di pazienti che per la scienza rappresenta ancora unfallimento.
“In questi anni la Fondazione Melanoma ha utilizzato diversi strumenti, daicalendari, ai video, ai fumetti fino ai social, per sensibilizzare il maggiornumero di cittadini – spiega PaoloAscierto, Presidente della Fondazione Melanoma e Direttoredell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovativedell’Istituto ‘Pascale’ di Napoli -. Con il cortometraggio ci poniamol’obiettivo ambizioso di arrivare nelle sale dei festival nazionali del cinemae sulle principali piattaforme di streaming, per raggiungere una platea ancorapiù ampia. Nella pellicola è impresso lo stato dell’arte della ricerca sulmelanoma, che in un decennio ha compiuto passi da gigante. Primadell’immunoterapia, la speranza di vita dei pazienti con la malattiametastatica era di circa 6 mesi e meno del 10% era vivo a 5 anni. Oggi lastoria della malattia è cambiata. Nel cortometraggio, trasmettiamo un messaggiopositivo ai cittadini, senza nascondere le difficoltà del percorso di cura.Infatti mostriamo anche gli effetti collaterali delle terapie, che siamo ingrado di gestire garantendo una buona qualità di vita. Tra dramma e ironia,‘Amici per la pelle’ può arrivare al cuore delle persone. Diffonderequest’opera cinematografica aiuta a prendere coscienza dei pericoli delmelanoma e a intraprendere comportamenti sani che preservano la salute dellapelle”.
“Grazie alla combinazione delle molecole immunoncologiche, oggi circa il 50%dei pazienti riesce a cronicizzare il melanoma e, in alcuni casi, è possibileparlare di guarigione – continua il Prof. Ascierto -. In particolare, lo studiointernazionale di fase III CheckMate -067, sulla combinazione di nivolumab eipilimumab in prima linea nel melanoma metastatico, ha evidenziato che quasi lametà dei pazienti (48%) è vivo a 7 anni e mezzo. La duplice immunoterapiaevidenzia inoltre un significativo ‘effetto memoria’: la sua efficacia simantiene a lungo termine, anche dopo la fine delle cure. La sfida immediata èaumentare l’efficacia delle terapie per superare la resistenzaall’immunoncologia, che impedisce a circa la metà dei pazienti di beneficiarne.‘Amici per la pelle’ è dedicato a Gabriele e a tutti i pazienti che non cel’hanno fatta”.
Il cortometraggio, che dura poco più di dieci minuti, è diretto da AngelaBevilacqua e scritto da Chiara Macor. Il Direttore artistico è Romano Montesarchio.Tra gli attori, un altro protagonista di “Made in Sud”, Alessandro Bolide. Lecomparse sono tutti infermieri “veri” e lo stesso corto è stato realizzatonegli ambulatori dell’Istituto dei tumori di Napoli e nel presidio ospedalieroAscalesi, da due anni accorpato al polo oncologico.
“La realizzazione di ‘Amici per la pelle’ è stata un’esperienza emozionante –affermano Gigi e Ross-. È una piccola favola che parla di amicizia, speranza e amore. Tre sentimentifondamentali destinati a vivere per sempre. Prevenzione e ricerca sono le armiper sconfiggere il cancro. Da tempo collaboriamo con la Fondazione Melanoma,con questa iniziativa vogliamo far capire a tutti il ruolo centrale dellaricerca scientifica, che ha permesso in pochi anni di raggiungere risultatidavvero importanti. Tutti devono esserne consapevoli e supportare il lavorodegli scienziati”.
Nel 2020, in Italia, sono stati stimati quasi 14.900 nuovi casi di melanoma.
“Come mostrato nel cortometraggio, la diagnosi di cancro rappresenta un momentodi rottura fra il prima e il dopo, in cui è coinvolta tutta la famiglia –evidenzia Monica Forchetta,Presidente APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma) -. È importante che ipazienti abbiano fiducia nella scienza, nei clinici e nella ricerca peraffrontare il percorso di cura. C’è bisogno di più informazione sul cancro esui suoi fattori di rischio. Soprattutto è necessario aumentare il livello diconsapevolezza e sensibilizzare i più giovani, che ancora troppo spessoricorrono alle lampade abbronzanti o non usano la crema solare al mare o inmontagna. La comunicazione con tutti gli strumenti, incluso il cortometraggio,è fondamentale anche per i pazienti che hanno continuamente necessità di essereaggiornati sulla malattia. Le Associazioni, inoltre, devono sensibilizzare ipazienti sull’importanza della ricerca clinica, per far capire loro che, entrandoin una sperimentazione, è possibile accedere in anticipo a terapie innovative”.
La ricerca di laboratorio è cruciale per comprendere le nuove frontiere dellalotta al melanoma. “Servono studi sui meccanismi di resistenza e la chiave perscoprirli si trova nel microambiente tumorale, cioè nell’ambiente in cui lecellule malate vivono – afferma il Prof. Ascierto -. Va anche analizzata lagiusta sequenza di terapie, obiettivo dello studio internazionale SECOMBIT,coordinato dal ‘Pascale’. Sono state arruolate 209 persone di 30 centri in 10Paesi europei. SECOMBIT ha confrontato tre opzioni e ha dimostrato che lasequenza migliore è costituita dall’avvio con la duplice immunoterapia perproseguire con la terapia mirata dopo l’eventuale progressione di malattia. Conquesto approccio è stata raggiunta una sopravvivenza globale del 63% a 4 anni”.
Nel nostro Paese vivono quasi 170mila cittadini (169.900) dopo la scoperta delmelanoma. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è molto elevata, pari al 91%nelle donne e all’88% negli uomini. “L’immunoncologia rappresenta lo standarddi cura del melanoma non solo in fase metastatica, ma anche nello stadio III eIV resecato, cioè in una fase in cui la malattia è stata completamenteasportata – conclude il prof. Ascierto -. Trattare i pazienti in questo stadioaumenta la possibilità di evitare una recidiva e, quindi, potenzialmente diguarire la persona. Se individuato precocemente ed eliminato con una correttaasportazione chirurgica durante la fase iniziale, il melanoma è del tuttoguaribile. Purtroppo una parte delle diagnosi avviene già in fase avanzata oevolve in questo stadio progressivamente. Le regole della prevenzione daseguire sono semplici: non bisogna esporsi al sole nelle ore centrali dellagiornata, la crema protettiva deve sempre essere applicata, anche d’inverno inmontagna, e le lampade solari vanno assolutamente evitate. E ogni anno ènecessario sottoporsi al controllo dei nei da parte del dermatologo”.